Il disegno di legge per abrogare l’obbligo per i sindaci candidati alle prossime regionali, di dimettersi almeno sei mesi prima della fine della legislatura (termine, dunque, già trascorso) potrà essere sottoposta al parere del Consiglio regionale.
La discussione
La commissione Riforme istituzionali dell’assise pugliese ha infatti licenziato con parere non favorevole il ddl proposto dal consigliere dem Francesco Paolicelli e dal collega e assessore al Bilancio, Fabiano Amati. Il parere non favorevole, considerata la natura speciale della VII commissione che assegna un peso maggiore alle opposizioni, era il requisito minimo per poterla iscrivere all’ordine del giorno del Consiglio. Hanno votato sì i consiglieri Amati, Mazzarano e Paolicelli, mentre si sono astenuti tutti gli altri. La legge, quindi, andrà in Aula con il parere sfavorevole della VII Commissione.
I nodi da sciogliere
La legge, in realtà, è ancora al centro di discussioni tra i partiti di maggioranza e opposizione. Da tempo si cerca una sintesi che possa mettere tutti d’accordo, così da consentire il voto in aula senza intoppi. La mediazione più probabile è quella che porta a 60 o 30 giorni il tempo per presentare le dimissioni. La necessità di trovare una mediazione – e quindi di portare in aula una proposta di partenza, emendabile – è data dal fatto che il 9 luglio prossimo sul punto si esprimerà la Corte costituzionale. Intervenire prima, modificando la legge impugnata, significa far cessare la materia del contendere. L’assessore Fabiano Amati ha spiegato ai colleghi in Commissione che con questa soluzione «ci si mette al riparo dalla sentenza della Corte e si pone un treno già pronto sul binario in attesa della partenza». Maggioranza e opposizione dovranno tentare quindi una mediazione prima del 9 luglio, altrimenti sarà la Consulta a stabilire quale sarà il percorso della norma.
Le reazioni
I due proponenti, Paolicelli e Amati, si sono dichiarati soddisfatti di quanto successo durante i lavori in commissione. «Il voto in VII Commissione ci fa ben sperare sull’approvazione della nostra proposta di legge per abrogare la così detta norma anti sindaci. È vero che non si è raggiunto il quorum per ritenere il voto favorevole (quasi sempre impossibile per le regole della VII Commissione), ma l’assenza di voti contrari dimostra la volontà di conseguire il risultato, assegnando all’Aula la possibilità di decidere al più presto e senza attendere la sentenza della Corte costituzionale», dichiarano in una nota congiunta. «La vita politica è fatta anche di sana competizione e ridurla in misura maggiore al ragionevole, lascia spazio a interpretazioni infondate non molto lusinghiere sulle intenzioni dei Consiglieri regionali, ossia di estromettere i sindaci, magari per timore, dalla competizione elettorale».
Il tentativo
Nella seduta del Consiglio regionale di martedì scorso, il Pd avrebbe voluto presentare nuovamente la proposta di legge sull’anti-sindaci, anticipando il verdetto della Consulta, ma i numeri “ballerini” hanno fatto sì che la conferenza dei capigruppo non calendarizzasse la discussione in aula.