«Avremmo voluto trasferire il pool della Dda vicino alla Dia, ma per quei locali servono tre mesi. Noi vogliamo un intervento tempestivo». Anna Macina, avvocato civilista, pugliese, eletta deputata del M5S, è sottosegretaria alla Giustizia. Quella del trasferimento è una sua iniziativa, che la “sua” ministra Marta Cartabia ha recepito pubblicamente in aula al Senato: l’obiettivo è metterla in pratica nel giro di poche settimane. «La pandemia ha rotto gli equilibri: i commercianti, ora, tra morire di fame e di paura preferiscono la seconda. E così gli attacchi contro di loro».
Sottosegretaria, è un’escalation. Cosa sta succedendo nel foggiano?
«Gli attentati si stanno susseguendo in questi giorni, ma i segnali ci sono sempre stati. Nel territorio ci sono ben cinque Comuni sciolti per mafia e commissariati, il capoluogo di provincia lo è: questo dà il senso e la misura di quanto in qualche maniera la criminalità sia riuscita a infiltrarsi addirittura nelle istituzioni locali. Ma oggi, dato il susseguirsi di questi eventi, la risposta dello Stato deve essere forte, immediata e muscolare».
E la risposta muscolare è il trasferimento del pool dei magistrati della Dda da Bari a Foggia?
«Ne ho parlato io stessa con la ministra Cartabia una settimana fa. Lei ha subito compreso la portata e la necessità di una risposta immediata sul territorio, e ha attivato i dipartimenti del ministero che devono occuparsene dal punto di vista logistico».
Avete già i locali e una tempistica?
«Si stava pensando alla possibilità di prendere gli spazi per il pool della Dda vicino a quelli destinati alla Dia, ma il prefetto ci ha comunicato che servirebbe un minimo di due e tre mesi per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’idea che stiamo portando avanti con la ministra è quella di trovare locali in tempi molto più brevi».
Avete già uno spazio, quindi?
«Ce ne stiamo occupando, sul tavolo ci sono diverse opzioni, lo scopo è essere tempestivi. L’attenzione c’è. Lo dimostra anche la grande operazione alla vigilia della visita di Lamorgese, che ha comunicato come sia allo studio la promozione dei commissariati di San Severo e di Foggia a strutture di primo livello, fatto che permette di avere volanti, agenti di polizia, personale sul territorio. Tutto va messo a sistema».
Nel sistema ci saranno anche nuovi tribunali a Lucera e Rodi?
«Su Foggia e provincia, come in molti altri territori, scontiamo gli effetti della riforma della geografia giudiziaria. Per metterci mano serve una norma del Parlamento, e questo richiede tempi che non sono rispondenti alla necessità di essere veloci che abbiamo oggi. Una riflessione va aperta e sarà fatta, ma prima servono azioni immediate».
Il suo collega, il sottosegretario Sisto, afferma che lo spostamento del pool sia inutile…
«È il territorio a richiederlo. Francamente avere un magistrato che indaga su Foggia a Foggia penso sia importante. Io non voglio entrare in polemica: dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione».
Questo aumento di attentati contro i commercianti è legato a una nuova sofferenza economica e sociale?
«La pandemia, paradossalmente, ha rotto degli equilibri. La disperazione è più forte della paura. È come se il commerciante dicesse: “Ma se devo morire o di paura o di fame, tanto vale morire di paura”. Non accetta più il ricatto, c’è una reazione della società civile alla criminalità organizzata. Su questo lo Stato deve essere bravo, presente e capace. Denunciare deve convenire, la legalità deve essere più forte della illegalità».
Prima denunciare non conveniva?
«Non dico questo, dico che deve esserlo ancora di più. In tre anni c’è stato l’arrivo di nuovo personale, nuovi magistrati, 70 milioni di euro sull’edilizia, la nuova sezione della Dia. Ma il territorio è permeato dalla quarta mafia, e serve essere presenti».
La direttora Annamaria Ferretti ha proposto che l’Edicola del Sud diventi, tra le altre cose, “Osservatorio sulla corruzione in difesa delle cittadine e dei cittadini onesti”…
«Mi piace molto la proposta, perché amo la cultura della correttezza. Se è importante la riposta dello Stato, anche la società deve fare la sua parte: in ciascun cittadino, a partire dai piccoli, quella cultura deve maturare, partendo dalla coda alle poste. Sono pronta a sostenere e a dar voce a questa iniziativa».
Il caso Lerario, però, e gli stessi comuni che lei citava, ci dicono che la politica non sta dando il buon esempio…
«L’etica in politica è un valore. La mia forza ha fatto di una lotta intransigente ad alcune tipologie di reato tra cui la corruzione un elemento distintivo. È qualcosa che abbiamo nel dna. Per me è doveroso, tra l’altro lo dice la costituzione: “Al servizio dello stato con disciplina e onore”. La politica deve essere e apparire onesta».
A proposito, come va il nuovo corso di Conte? Il M5S esiste ancora?
«Non abbiamo ancora completato l’organizzazione territoriale, sono stati costituiti i comitati tematici, però io per prima non ho perso i contatti con chi è in trincea, i portavoce locali. Va formalizzata l’organizzazione, ma i rapporti umani ci sono. Il M5S c’è ancora, e ci sarà».