La crisi del settore dell’automotive, torna a colpire le aziende dell’indotto, specialmente quelle più legate a Stellantis. A lanciare un rinnovato allarme le sigle Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, che chiedono al ministero delle Imprese e del Made in Italy la convocazione urgente di un tavolo per discutere del futuro produttivo dei siti industriali, tra cui lo stabilimento Marelli di Bari.
L’allarme
«Abbiamo ritenuto necessario chiedere al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un diretto interessamento a Marelli, nonché la convocazione di un tavolo istituzionale che ci aiuti a ottenere chiarezza sul suo futuro produttivo e societario – spiegano i sindacati in una nota congiunta – Negli ultimi mesi abbiamo difatti percepito un rinnovato deterioramento della situazione dei siti italiani, in particolare di quelli maggiormente legati a Stellantis come Melfi, Sulmona e Caivano». Per quanto riguarda il sito produttivo del capoluogo pugliese, invece, precisano: «Abbiamo inoltre atteso invano l’approvazione dell’accordo di programma per lo stabilimento di Bari. Infine abbiamo appreso a mezzo stampa della possibilità di vendita del gruppo dall’attuale proprietario Kkr alla società indiana Motherson Group. Marelli resta il più grande produttore di componentistica auto in Italia e dà lavoro a quasi seimila dipendenti in fabbriche, centri ricerca e uffici sparsi in molte regioni italiane. La sua difesa è importantissima dal punto di vista industriale e occupazionale, per cui è urgente un intervento del governo oltre che delle Regioni interessate per salvaguardare i posti di lavoro».
Le proteste
L’ultima manifestazione dei lavoratori nel capoluogo pugliese, si era tenuta lo scorso 28 marzo in occasione della mobilitazione nazionale dei metalmeccanici, scesi in piazza per il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale. L’area metropolitana di Bari è al centro di una discussione cruciale sul futuro dell’industria il rischio di ridimensionamento o chiusura di stabilimenti, soprattutto nel settore automotive, è concreto. Per questo le sigle invitano a mantenere alta l’attenzione del governo e della regione sul settore.