A distanza di mesi dall’approvazione della legge regionale che sancisce lo scorporo dell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” dal Policlinico di Bari, tutto è ancora fermo. La promessa di autonomia per l’unica struttura dedicata ai piccoli pazienti pugliesi rischia di rimanere sulla carta, tra accuse incrociate, silenzi istituzionali e crescenti malumori.
Gemmato attacca
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, torna ad alzare i toni: «Nonostante i numerosi incontri con la Regione Puglia – dice – nessuno degli impegni presi è stato mantenuto. Entro aprile doveva pervenirci lo stralcio del piano operativo regionale per valutare l’invarianza di spesa, ma a oggi nulla è arrivato». Il nodo è proprio questo: la Puglia, sottoposta a piano di rientro, deve dimostrare che l’operazione non comporta costi aggiuntivi. Tuttavia, il mancato invio della documentazione alimenta i sospetti di chi vede nella vicenda più un intrigo politico che un problema tecnico.
La replica di Amati
«L’autonomia del “Giovanni XXIII” non è solo un atto amministrativo, ma un’urgenza sanitaria – incalza l’assessore regionale al Bilancio, Fabiano Amati – se non è possibile ottenerla in tempi rapidi, si proceda con il transito immediato nella Asl di Bari, come già previsto dalla legge». Amati chiama a raccolta anche medici e operatori: «La loro voce è la voce dei bambini e delle famiglie. La burocrazia non può continuare a ostacolare un diritto sancito dalla legge».
Il M5S in campo
Dello stesso avviso è Marco Galante, capogruppo del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto un’audizione urgente in commissione congiunta per fare luce sulla reale situazione: «Serve un cronoprogramma dettagliato e trasparente. Non possiamo più permettere che si generi confusione tra il personale sanitario, né che si perda altro tempo».
Il centrodestra incalza
Il fronte del centrodestra è ancora più netto. L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, non esita a definire la situazione «una strumentalizzazione politica sulla pelle dei bambini e sul futuro di una struttura sanitaria che il centrosinistra, con Nichi Vendola, sosteneva di dover far diventare il Gaslini del Sud». Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia accusa apertamente la Giunta, guidata dal governatore Michele Emiliano, di boicottare lo scorporo per motivi politici: «È grave – sottolinea il capogruppo Renato Perrini – che la Regione Puglia si faccia beffa delle tempistiche di attuazione dello scorporo nonostante gli impegni presi nell’ultimo vertice convocato nel mese di marzo al Ministero a Roma». Le parole sono dure, i toni accesi. Sullo sfondo, però, restano i piccoli pazienti e le loro famiglie, costretti ad assistere a un rimpallo di responsabilità che ritarda la nascita di un vero polo pediatrico d’eccellenza nel Sud Italia.