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Ex Ilva, il giorno della verità su cassa integrazione e vendita: il Governo incontra i sindacati

Il piano di ripartenza, la trattativa per la cessione agli azeri di Baku Steel e le prospettive occupazionali dell’ex Ilva di Taranto saranno al centro del vertice tra rappresentanti del Governo e dei sindacati in programma oggi a Roma. Un appuntamento atteso dalle sigle che si oppongono al possibile aumento del numero dei dipendenti in…
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Il piano di ripartenza, la trattativa per la cessione agli azeri di Baku Steel e le prospettive occupazionali dell’ex Ilva di Taranto saranno al centro del vertice tra rappresentanti del Governo e dei sindacati in programma oggi a Roma. Un appuntamento atteso dalle sigle che si oppongono al possibile aumento del numero dei dipendenti in cassa integrazione e sollecitano la nazionalizzazione della fabbrica proprio a tutela dei posti di lavoro. Lunedì prossimo, poi, il ministro Adolfo Urso incontrerà gli esponenti degli enti locali e delle ditte dell’indotto.

Il vertice

Oggi i dipendenti dell’ex Ilva assisteranno in diretta all’incontro tra Governo e sindacati attraverso un maxi-schermo montato all’estero dell’acciaieria tarantina. Troppo forte la preoccupazione per i posti di lavoro: la prospettiva è quella di un incremento della cassa integrazione oltre le 4mila unità, dopo lo scoppio di una tubiera e l’incendio nell’altoforno 1 che ha dimezzato la produzione di acciaio. In più, i lavoratori attendono notizie sul piano di ripartenza del polo siderurgico e soprattutto sulla trattativa per la cessione dell’ex Ilva agli azeri di Baku Steel che, alla luce dei danni all’impianto e della ridotta capacità produttiva, sarebbero intenzionati a rivedere al ribasso le cifre da investire.

Lo sciopero e il pressing

In concomitanza col vertice a Palazzo Chigi, i dipendenti di tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e delle aziende dell’indotto incroceranno le braccia per quattro ore. A proclamare lo sciopero sono stati i vertici di Fim, Fiom e Uilm i cui rappresentanti sono già in pressing sul Governo. «Lo sciopero non è l’atto esaustivo di una battaglia che preannunciamo ancora più imponente, perché a mancare in questa vertenza in cui i lavoratori sono usati come scudi umani è proprio lo Stato – dice Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto – Con i soldi spesi in questi anni avremmo già nazionalizzato e rilanciato esattamente come diciamo noi da una vita».

Gennaro Oliva, coordinatore della Uil di Taranto, annuncia invece la propria presenza al fianco di dipendenti dell’ex Ilva all’esterno della fabbrica: «Ciò che sta accadendo è inaccettabile non solo per le gravi conseguenze sociali e occupazionali, ma per il profondo senso di ingiustizia che si respira tra le tute blu, ancora una volta utilizzate come scudo umano delle irresponsabilità altrui. Non c’è chiarezza sul futuro: la trattativa con Baku Steel è avvolta dal silenzio, gli impianti fermi, i lavoratori in cassa integrazione e non arriva alcun segnale concreto su formazione, reindustrializzazione o tutele per le famiglie coinvolte. Questa non è transizione, è abbandono».

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