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Vaccini anti-Hpv per gli studenti pugliesi, la Corte costituzionale: «La norma è legittima»

È costituzionale la legge pugliese che prevede l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori e università (nella fascia d’età tra gli 11 e i 25 anni), di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione contro il Papilloma virus per potersi iscrivere ai corsi di istruzione. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, con la…
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È costituzionale la legge pugliese che prevede l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori e università (nella fascia d’età tra gli 11 e i 25 anni), di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione contro il Papilloma virus per potersi iscrivere ai corsi di istruzione.

Lo ha stabilito la Corte costituzionale, con la sentenza numero 48 depositata oggi, respingendo le questioni di legittimità costituzionale promosse dal Governo Meloni in relazione all’articolo 1 della legge.

Cosa prevede la legge

La norma stabilisce – con l’articolo 4-bis – che l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia di età 11-25 anni, compreso quello universitario, sia subordinata alla presentazione di un documento attestante, alternativamente: la somministrazione del vaccino anti Papilloma virus (Hpv), l’avvio del programma di somministrazione, il rifiuto della somministrazione o l’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici del vaccino. È contemplata anche la possibilità di esprimere il «formale rifiuto» di produrre alcun documento.

L’impugnazione da parte del Governo e la decisione della Consulta

La legge era stata impugnata per violazione della competenza legislativa statale in materia di «norme generali sull’istruzione» e di livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (articolo 117, secondo comma, lettere n e m, della Costituzione), degli articoli 3 e 34 della Costituzione e dell’articolo 117, primo comma, della Costituzione, in relazione all’articolo 9 del regolamento numero 2016/679/UE sul trattamento dei dati personali.

La Corte ha dichiarato inammissibile la questione relativa all’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, per insufficienza della motivazione, e ha dichiarato non fondate le altre questioni, ritenendo che la norma contestata da Palazzo Chigi rappresenti legittimo esercizio della potestà legislativa regionale nelle materie «tutela della salute» e «istruzione».

Essa ha il fine di indurre alla vaccinazione anti-Hpv o, almeno, di assicurare il “dissenso informato”, cioè di far sì che il rifiuto avvenga con piena consapevolezza. Tale obiettivo è perseguito, però, inducendo il genitore o il giovane maggiorenne a riflettere sulla mancata vaccinazione anti-Hpv, non imponendogli la produzione di un attestato, conclude il comunicato della Consulta.

Amati: «Una notizia meravigliosa per la lotta al Papilloma virus»

La decisione della Corte costituzionale, afferma l’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati, «è una notizia meravigliosa». La legge pugliese è «una strategia d’urto per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano».

Si tratta, prosegue Amati, di «una legge finalizzata a rendere la rete informativa a maglie strettissime, così da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza».

L’assessore pugliese sottolinea che «non è previsto un obbligo vaccinale, ovviamente, ma il dissenso informato, ossia l’attestazione di una scelta, finalizzata solo ed esclusivamente al diritto di essere informati dei ragazzi. Quale ulteriore prova che si tratti del diritto dei ragazzi (e famiglie) a essere informati, vi è l’ulteriore previsione di un’attestazione, alternativa alle prime tre ipotesi (somministrazione/avvio programma di somministrazione/rifiuto della somministrazione), limitata al mero riferimento sull’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione, senza dunque dover costringere gli interessati a prendere implicitamente posizione».

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