E se Antonio Decaro dovesse davvero rinunciare alla candidatura alla regione Puglia? Uno scenario lontano, inimmaginabile, fino a pochi mesi, ma che oggi sembra avvicinarsi col passare dei giorni. Il presidente della Commissione europea Ambiente, infatti, sembra sempre più orientato a restare nelle “stanze dei bottoni” di Bruxelles.
I bocconi amari
Del resto, che senso avrebbe sacrificarsi per la causa di un centrosinistra pugliese che continua a regalargli solo colpi bassi e calici amari? Prima il salva-poltrone, poi la legge anti-sindaci che ostacola la candidatura dei primi cittadini vicini a Decaro ed è sostenuta da una maggioranza bipartisan incapace di cancellarla. Ancora, il presidente uscente Michele Emiliano che invita un giorno si e l’altro pure Decaro a candidarsi, ma che ignora il suo appello a congelare le nomine dei direttori generali.
Procedura che ha ricevuto una scossa a fine maggio con la nomina della commissione esaminatrice che effettuerà le valutazioni, la cui presidenza è stata affidata a un fedelissimo del presidente uscente, l’avvocato Piero De Nicolo, oggi a capo dell’Arca Puglia. Per non parlare dell’ostacolo insormontabile, il punto più critico per l’ex sindaco di Bari, ovvero le candidature a consigliere di Emiliano e Nichi Vendola, ritenute incompatibili con la sua discesa in campo.
Lo scenario
Il ritiro della candidatura di Decaro è un’ipotesi che negli ultimi giorni sta circolando con insistenza nei palazzi regionali tanto da aprire nuovi scenari in vista delle elezioni autunnali. In caso di forfait da parte di Decaro l’alternativa certa è quella delle primarie. L’unico strumento in grado di neutralizzare lotte interne fra i partiti progressisti e le sedute spiritiche delle trattative a oltranza per trovare la quadra. Senza contare che solo le primarie potrebbero garantire il recupero dei Cinque Stelle disponibili all’alleanza nel campo largo solo nel caso di candidatura diretta di Decaro. Le primarie li farebbero rientrare in gioco con la presentazione di un loro candidato di bandiera.
I nomi
La possibile sfida ai gazebo aprirebbe anche la strada a una serie di candidati in pectore sinora rimasti nell’ombra. A partire dal senatore Francesco Boccia, vicino alla segretaria nazionale dem Elly Schlein, passando per il vicepresidente pugliese Raffaele Piemontese, per finire con la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, anche lei vicina a Schlein.
Ma non è escluso anche un ritorno in pista dell’ex governatore Nichi Vendola, una figura molto cara al centrosinistra che evoca gli albori della primavera pugliese. Un gradito ritorno, insomma, che potrebbe essere valorizzato da un plebiscito ai gazebo, così come avvenne nel 2004 e nel 2010. Uno scenario da fantapolitica che adesso potrebbe diventare una necessità da portare in porto velocemente, al massimo entro fine agosto.