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Export, in Puglia a picco trasporti e tessile: flessione dell’8,4% nel primo trimestre

La Puglia deve fare i conti con una brusca frenata delle esportazioni. Nel primo trimestre del 2025 si è registrata una flessione dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rilevano i dati diffusi dall’Istat, che fotografano un rallentamento marcato per la regione, tra i più gravi a livello nazionale. Percentuali che preoccupano, soprattutto alla…
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La Puglia deve fare i conti con una brusca frenata delle esportazioni. Nel primo trimestre del 2025 si è registrata una flessione dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rilevano i dati diffusi dall’Istat, che fotografano un rallentamento marcato per la regione, tra i più gravi a livello nazionale. Percentuali che preoccupano, soprattutto alla luce della performance mediamente positiva dell’export italiano nel suo complesso.

I numeri

In Italia, infatti, le esportazioni sono cresciute del +3,2%, trainate in particolare da regioni come Friuli-Venezia Giulia (+26,1%), Lazio (+16,9%), Valle d’Aosta (+11,8%) e Toscana (+8,2%). In questo scenario, la Puglia si colloca nel gruppo di coda, superata in negativo solo da Sardegna (-16,8%), Marche (-11,6%), Basilicata (-10,4%) e Molise (-9,2%). Le cause del calo pugliese sono da ricercare in specifici settori produttivi. Il comparto dei mezzi di trasporto, tradizionalmente uno dei pilastri dell’export regionale, ha subito una pesante contrazione del 39%. Anche il settore tessile ha registrato un arretramento significativo. A parziale compensazione, si segnala il buon andamento dell’agricoltura e della pesca, che crescono del 4%, segno di una tenuta delle produzioni primarie che rimangono un punto di forza dell’economia pugliese.

Il dato congiunturale

Se si guarda invece alla dinamica congiunturale, cioè rispetto al trimestre immediatamente precedente, la fotografia cambia. Il Sud e le isole fanno registrare la crescita più significativa con un +9,8%, superiore alla media nazionale. Tuttavia, questa ripresa nel breve periodo non basta a compensare i segnali negativi sul fronte tendenziale, che restituiscono la misura di una difficoltà strutturale per diverse aree del Mezzogiorno. Il Sud, nel suo insieme, segna una diminuzione tendenziale dell’export pari al -2,2%, in linea con l’andamento pugliese, anche se meno marcato. Peggio fanno solo le Isole (-9,7%). Al contrario, il Centro Italia mostra una netta espansione delle esportazioni (+7,9%), mentre il Nord-Est guadagna un modesto +1,6%. Stazionario il Nord-Ovest (-0,2%).

Questi dati mettono in evidenza non solo le fragilità del sistema produttivo pugliese, ma anche le difficoltà del Mezzogiorno nel mantenere un ritmo competitivo con il resto del Paese. In un contesto internazionale ancora instabile e segnato da tensioni commerciali e geopolitiche, la dipendenza da pochi settori e l’insufficiente diversificazione dell’export pugliese rappresentano un punto critico. Secondo l’Istat, le informazioni sull’export verso i Paesi europei sono raccolte attraverso i modelli Intrastat, che riportano in dettaglio le transazioni di beni e servizi. Un meccanismo che consente di monitorare in modo preciso le dinamiche degli scambi e che evidenzia, in questo caso, la necessità di strategie più efficaci per sostenere la competitività pugliese sui mercati internazionali.

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