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Travolto e ucciso sulla provinciale nel Salento, per la Procura non fu incidente ma omicidio

Potrebbe non essersi trattato di un incidente stradale, uno dei tanti che spesso si registrano nel periodo estivo sulle strade salentine, ma un omicidio. È questa la pista sulla quale sta lavorando la procura di Lecce, con il pubblico ministero Erika Masetti, per far luce sulla morte di Alessandro Carratta, travolto all’alba dell’11 agosto scorso…
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Potrebbe non essersi trattato di un incidente stradale, uno dei tanti che spesso si registrano nel periodo estivo sulle strade salentine, ma un omicidio. È questa la pista sulla quale sta lavorando la procura di Lecce, con il pubblico ministero Erika Masetti, per far luce sulla morte di Alessandro Carratta, travolto all’alba dell’11 agosto scorso insieme alla compagna lungo la provinciale 206, che collega Melissano a Ugento.

Le indagini

Secondo la nuova ricostruzione investigativa, Carratta, che guidava una Lancia Y, non sarebbe rimasto vittima di un impatto casuale con un altro veicolo, ma di un atto volontario, compiuto con freddezza. Le indagini, partite dai rilievi effettuati dai carabinieri di Casarano, hanno portato a un’accusa pesantissima: omicidio volontario. A essere iscritto nel registro degli indagati è un 32enne di Presicce-Acquarica, conducente della Fiat Panda che si scontrò con la Lancia Y. Carratta, che aveva precedenti per droga e rapina, morì poche ore dopo il ricovero all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. La compagna, di due anni più grande, riportò ferite gravissime. A distanza di dieci mesi, le sue condizioni restano comunque serie: tre interventi chirurgici al braccio, un fissatore esterno che ha provocato infezioni, e difficoltà motorie che la costringeranno a una lunga e incerta riabilitazione. Assistita dall’avvocato Davide Botrugno, la donna difficilmente potrà tornare alla vita di prima.

Le incertezze

La consulenza di un perito nominato dalla procura ha rappresentato la svolta nell’inchiesta. I punti di impatto tra i due veicoli e la posizione in cui fu ritrovato il corpo di Carratta, sotto l’auto, sono risultati incompatibili con un incidente stradale. Anche le lesioni riportate dalla donna non avrebbero la tipica dinamica di uno scontro tra mezzi in marcia. C’è di più: la donna, sentita nei mesi scorsi dagli investigatori, ha ricordato, seppur in modo confuso, la presenza della Fiat Panda sopraggiunta mentre lei e Carratta si trovavano fuori dall’auto. Un dettaglio che alimenta l’ipotesi che la coppia sia stata investita volontariamente. Il giovane indagato, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, è stato recentemente convocato in caserma per essere formalmente informato delle accuse, scegliendo di non rispondere alle domande degli investigatori.

Il sospetto

Gli investigatori non escludono una conoscenza pregressa tra le persone coinvolte. Si ipotizza un litigio avvenuto poco prima dell’investimento. All’interno della Panda c’era un altro uomo, attualmente in fase di identificazione. La dinamica è ancora tutta da chiarire, ma la direzione delle indagini è netta: quella notte non fu una tragica fatalità, ma un’azione deliberata.

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