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Terzo mandato, scintille tra Forza Italia e Lega sull’ipotesi emendamento. Tajani: «Non lo voteremo mai»

La Lega insiste per approvare una norma che possa consentire ai presidenti di regione di potersi candidare per un terzo mandato e al Senato, in commissione affari costituzionali, scoppia la polemica. Questo perché il Carroccio vorrebbe presentare un emendamento specifico e inserirlo nel disegno di legge, in discussione proprio in prima commissione a Palazzo Madama,…
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(Foto Mauro Scrobogna / LaPresse)

La Lega insiste per approvare una norma che possa consentire ai presidenti di regione di potersi candidare per un terzo mandato e al Senato, in commissione affari costituzionali, scoppia la polemica. Questo perché il Carroccio vorrebbe presentare un emendamento specifico e inserirlo nel disegno di legge, in discussione proprio in prima commissione a Palazzo Madama, che prevede la riforma della legge che stabilisce il numero dei consiglieri regionali, rendendo inefficaci i provvedimenti di aumento o diminuzione degli stessi se la popolazione della Regione aumenti o diminuisca in misura inferiore al cinque per cento, redatto dal senatore di Forza Italia Dario Damiani.

Il muro di Tajani

«La Lega può presentare tutti gli emendamenti che vuole, noi non li votiamo», taglia corto in Transatlantico il ministro degli esteri Antonio Tajani. A cui si accoda Maurizio Lupi di Noi Moderati, per il quale «dieci anni al vertice di una Istituzione sono sufficienti. Non possiamo avere un uomo solo al comando per trent’anni». Tenta, invece, di placare gli animi il presidente della commissione, Alberto Balboni, di Fratelli d’Italia, il quale dopo aver messo in evidenza che per un eventuale terzo mandato «serviranno contrappesi adeguati», annuncia «un vertice di maggioranza al rientro della premier Giorgia Meloni dal G7 in Canada. Per ora c’è una proposta e la valuteremo», dice l’esponente di maggioranza.

In pratica, il rinvio della discussione sugli emendamenti, più che a dar tempo per redigere nuove norme, serve proprio per trovare un’intesa nella coalizione di Governo, viste le posizioni opposte di due delle quattro forze politiche che la compongono.

Dai toni, intanto, si evince che per la Lega la questione non è per nulla chiusa, soprattutto dopo l’apertura di Fdi di qualche giorno fa con il coordinatore della segreteria, Giovanni Donzelli, nonostante il no secco di Forza Italia.

L’ipotesi slittamento

Secondo alcuni rumors circolati a margine della infuocata riunione in commissione affari costituzionali una mediazione possibile potrebbe essere quella di far slittare «le regionali in programma in autunno alla primavera del 2026», così da poter consentire a Luca Zaia, governatore del Veneto e uno dei diretti interessati al terzo mandato, di partecipare alle cerimonie delle olimpiadi invernali Milano – Cortina a cui il leghista sembra particolarmente interessato.

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