Continuano i bombardamenti israeliani a Gaza. Nella notte Israele ha attaccato il campo profughi di Nuseirat. Uccise almeno 33 persone tra civili, bambini, donne e sfollati residenti nell’area residenziale.
«Dopo l’orrore del 7 ottobre 2023 si è aperta una spirale inaccettabile di violenza su Gaza che ha colpito i civili, donne e bambini. Ci impegniamo per un reale e definitivo cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Ci auguriamo che la soluzione due stati e due popoli sia immediata. Senza questa prospettiva ci saranno sempre esplosioni di violenze». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha incontrato al Quirinale Mahmoud Abbas presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese.
«Preoccupato – continua Mattarella – per quello che accade in Cisgiordania e Gerusalemme Est con insediamenti che contraddicono le risoluzioni dell’Onu e con violenze contro i palestinesi».
«Una volta che sarà avviata la soluzione dei due stati e due popoli – aggiunge il presidente palestinese – chiederò ai paesi arabi e musulmani di riconoscere lo Stato di Israele». Poi ha chiesto all’Italia di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.
E ieri proprio in Israele il consigliere di Biden Jake Sullivan in una conferenza stampa ha dichiarato che il presidente israeliano Netanyahu è pronto a fare un accordo con Hamas per una tregua umanitaria a Gaza e il rilascio degli ostaggi senza il completo ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, in cambio della liberazione dei prigionieri palestinesi.
Inoltre al momento si pensa che l’Israele possa considera la possibilità di attaccare i siti nucleari iraniani approfittando della libertà di movimento sullo spazio aereo siriano.
E mentre si concorda la tregua con Hamas, l’esercito israeliano ha emesso nuovi ordini di evacuazione dalla Siria per la popolazione già precedentemente sfollata e dov’è in corso una ricostruzione dopo la caduta del regime Assad, «totalitario e crudele» per i due presidenti.
Cessate il fuoco tra Israele e Siria, un’accordo violato ma in vigore dal 1974
«Fermate gli attacchi sulla Siria». Così il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, particolarmente preoccupato per gli attacchi su diverse località siriane da parte dell’esercito israeliano. Poi sottolinea «l’urgente necessità di una de-escalation della violenza su tutti i fronti in tutto il Paese».
Guterres condanna tutte le azioni che violano l’accordo di cessate il fuoco del 1974 tra i due Paesi, tuttora in vigore. Accordo che mise fine ufficialmente alla guerra del Kippur e al successivo periodo di attriti sul fronte siriano. Il capo delle Nazioni Unite invita le parti a rispettare l’accordo, a porre fine a «tutte le presenze non autorizzate nell’area di separazione» e ad astenersi da qualsiasi azione che minacci il cessate il fuoco e la stabilità delle Alture del Golan, situate tra i territori di Siria, Israele e Libano.
La ricostruzione della Siria e gli orrori nascosti
Oggi è il primo venerdì di preghiera in Siria da quando è crollato il regime Assad per mano dei ribelli guidati da Abu Muhammad al-Jolani. Con i festeggiamenti di qualche giorno fa anche tanta incertezza. Al premier Muhammad al-Bashir il compito di portare il Paese verso un nuovo corso per la formazione di un nuovo governo di salvezza siriano che ha promesso già incisivi cambiamenti.
Una fase di ricostruzione soprattutto del tessuto politico. Per il governo di transizione la priorità è la sicurezza. Fino a marzo per il momento sono sospesi i lavori in Parlamento e la Costituzione. Si pensa alla sua ricostruzione ma affiorano gli orrori del regime di Assad. È di ieri la scoperta di un’altra fossa comune non lontano da Damasco dove sono stati ritrovati migliaia di corpi di molti prigionieri, oppositori della famiglia Assad. Sarebbero stati individuati nel carcere di Sednaya, luogo di torture già segnalato tre anni fa, ma solo adesso si è potuto andare a verificare. È possibile che se ne trovino altri.