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Mare Monstrum, Puglia seconda in Italia per reati lungo le coste: fa peggio solo la Campania

La costa violata, sfregiata da colate di cemento, cave fuorilegge, occupazioni illecite del demanio marittimo e irregolarità negli appalti pubblici. Ecco il nuovo allarme lanciato da Legambiente che - in occasione della partenza ufficiale delle sue campagne storiche Goletta Verde 2025 e Goletta dei Laghi 2025 in programma per il 23 giugno - pubblica in…
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La costa violata, sfregiata da colate di cemento, cave fuorilegge, occupazioni illecite del demanio marittimo e irregolarità negli appalti pubblici. Ecco il nuovo allarme lanciato da Legambiente che – in occasione della partenza ufficiale delle sue campagne storiche Goletta Verde 2025 e Goletta dei Laghi 2025 in programma per il 23 giugno – pubblica in anteprima i dati del rapporto ‘Mare Monstrum 2025’.

Ebbene la Puglia nella classifica delle regioni che hanno commesso più abusi è al secondo posto. In tutte le regioni costiere si sono verificati 10.332 reati (+0,7% sul 2023). In testa alla classifica del Mare violato si conferma la Campania con 1.840 reati accertati, il 17,8% del totale nazionale (erano 1.531 nel 2023), che registra anche il primato per persone denunciate (2.073) e arrestate (4) e il numero dei sequestri (343). Si conferma seconda la Puglia con 1.219 reati accertati (sebbene in calo rispetto ai 1.442 del 2023), l’11,8% del totale nazionale. Al terzo posto c’è la Sicilia, al quarto la Toscana, che scavalca la Calabria.

Il caso Puglia

E guardando nel particolare Foggia torna sotto i riflettori nel rapporto annuale di Legambiente, visto che la provincia si piazza tra le dieci più colpite d’Italia con 514 reati ambientali gravi accertati lungo le coste, un dato che conferma la vulnerabilità del territorio al sacco del mare.

Secondo il dossier diffuso da Legambiente, come si diceva, lo scorso anno sono stati complessivamente 10.332 i reati ambientali rilevati nelle regioni costiere italiane, con una media di 28 infrazioni al giorno. Tra i crimini più frequenti figurano la cementificazione illegale, le costruzioni abusive, le occupazioni illegittime del demanio marittimo, gli appalti truccati, la cattiva depurazione delle acque, le discariche abusive e l’inquinamento da microplastiche. Questi reati non solo mettono a rischio la salute degli ecosistemi marini, ma compromettono anche la qualità della vita delle comunità costiere e il turismo sostenibile. E di certo non attraggano da un punto di vista turistico la zona.

I controlli

Nel complesso, il 2024 ha visto anche un aumento dei controlli (+6%) da parte delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, ma anche un significativo balzo in avanti delle sanzioni amministrative, salite a 28.030 per un valore economico complessivo di oltre 53 milioni di euro. In calo, invece, le denunce (-5,7%), gli arresti (-42,9%) e i sequestri (-35,5%) e questo un dato preoccupante per Legambiente.

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