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Brindisi, Cgil e Regione non firmano protocollo «a scatola chiusa» su Versalis

Un tavolo ad altissima tensione, quello convocato per ieri dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) su indicazione del ministro Adolfo Urso per il futuro di Versalis: durante l'incontro, svoltosi a Palazzo Piacentini, il ministro ha presentato una bozza di protocollo, definendolo un esempio virtuoso di politica industriale che potrebbe diventare un…

Un tavolo ad altissima tensione, quello convocato per ieri dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) su indicazione del ministro Adolfo Urso per il futuro di Versalis: durante l’incontro, svoltosi a Palazzo Piacentini, il ministro ha presentato una bozza di protocollo, definendolo un esempio virtuoso di politica industriale che potrebbe diventare un modello di riferimento per le relazioni sociali e per la gestione della transizione ecologica e digitale.


Ma Cgil e Regione Puglia, rappresentate rispettivamente da Pino Gesmundo e Leo Caroli, hanno rifiutato di sottoscriverlo ottenendo una sospensione del tavolo, per poter avere il tempo di studiare le carte arrivate praticamente «a scatola chiusa».

Il piano

Il piano industriale presentato da Eni per Versalis prevede un investimento di 2 miliardi di euro in nuove piattaforme tecnologiche, con l’obiettivo di garantire competitività, mantenere l’intensità industriale e occupazionale e coinvolgere al massimo l’indotto locale. Il ministro Urso ha evidenziato le iniziative previste nei vari poli industriali: in Sicilia, con la realizzazione di una bioraffineria per la produzione di diesel rinnovabile e carburante sostenibile per aerei (SAF), oltre al riciclo chimico delle plastiche; a Brindisi, con la creazione del più grande impianto di accumulatori del Paese.

Le garanzie

Ma proprio sulla questione gigafactory è intervenuto il presidente Comitato regionale pugliese per il monitoraggio del sistema economico produttivo e delle aree di crisi (SEPAC) Leo Caroli: «Durante il tavolo, hanno “tirato fuori” una bozza di protocollo che volevano si firmasse lì stesso senza averlo potuto analizzare. Abbiamo allora chiesto una sospensione per poterlo emendare: se non c’è differimento nella chiusura del cracking, io ho chiesto che nel testo vengano esplicitati gli impegni della salvaguardia occupazione dei lavoratori di Versalis, dell’indotto, della filiera e dell’indotto della filiera.

Le Regioni che avevano avuto il testo in anticipo hanno osservato che mancavano le garanzie e che non era chiara l’espressione “salvaguardia dell’intensità della produzione”. Ma che significa?
La Regione Puglia non è assolutamente contraria alla gigafactory, ma non capiamo perché non si faccia prima il nuovo impianto e poi si chiuda il cracking. Come possibile mediazione avevamo proposto di rimandare la chiusura del cracking: se la chimica è strategica, come dice il ministro, perché si chiudono gli impianti? E se poi la Regione Puglia non dovesse firmare il protocollo? In assenza di tutele potremmo decidere di non farlo».


Dello stesso tenore le dichiarazioni di Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia: «Una grande confusione, gestita con grandi tensioni. Ci siamo riservati di analizzare il testo e di produrre emendamenti. Ma possiamo dire da subito che non lo condividiamo: non ci sono vere garanzie occupazionali, si fa solo finanza e nessun intervento sul piano delle garanzie industriali e lavorative».

Le altre sigle

Le altre sigle invece non hanno condiviso l’atteggiamento prudente di Cgil e Regione Puglia. «Dopo sei mesi di intenso confronto con Eni, tavoli politici e tecnici, abbiamo firmato convintamente il protocollo d’intesa sul piano di trasformazione Versalis, perché siano salvaguardate l’intensità industriale e occupazionale dei siti produttivi di Brindisi, Priolo e Ragusa», ha dichiarato Nora Garofalo, segretaria generale nazionale Femca Cisl al termine dell’incontro al Mimit.


«Sottoscrivere il protocollo d’intesa tra noi ed Eni Versalis in sede ministeriale significa agire con responsabilità per garantire al settore investimenti, intensità industriale ed i livelli occupazionali», ha detto Daniela Piras, segretaria generale Uiltec. «L’impianto di cracking della realtà pugliese verrà intanto messo in conservazione, in attesa di condizioni di mercato utili alla sua rimessa in servizio».

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