Elio Sannicandro, ex direttore generale di Asset Puglia ed ex commissario per l’emergenza idrogeologica, andrà a processo per corruzione e turbativa d’asta.
Sannicandro è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 10 persone tra cui gli imprenditori di Lucera, Antonio Di Carlo e la figlia Carmelisa.
Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato l’interdizione di un anno dai pubblici uffici disposta a ottobre dello scorso anno.
Sannicandro è finito sotto inchiesta in qualità di “soggetto attuatore per l’ufficio del commissario straordinario delegato per l’attuazione di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Puglia” per concorso in corruzione e turbativa d’asta. La Procura barese ha contestato una tangente pari a 60mila euro con riferimento ad alcuni appalti per contrastare il dissesto idrogeologico, in favore di aziende del Foggiano.
«Siamo certi – spiega il suo avvocato Michele Laforgia – che il processo acclarerà la definitiva estraneità dell’ingegnere Sannicandro da qualsiasi ipotesi di reato».
Con Sannicandro sono stati rinviati a giudizio il giornalista e dipendente Coni Sergio Schiavone, i funzionari della Regione Leonardo Panettieri e Michele Tamborra; i responsabili degli Uffici tecnici di Ordona e Orsara di Puglia Michele Campanella e Rocco Rossi, gli imprenditori Antonio Ferrara e Bruno Gregoretti della Antonio Ferrara srl e Adriatiche strada Astra, gli imprenditori di Lucera Antonio Di Carlo e sua figlia Carmelisa e l’ingegnere Donato Coppolella.
L’udienza è fissata per l’1 ottobre prossimo davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Bari.