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Varato lo scafo del primo mega yacht made in Taranto: realizzato da maestranze locali

Ha toccato per la prima volta ieri mattina l'acqua del Mar Jonio, in vista del trasferimento a Livorno per la finitura e gli allestimenti, il primo scafo di un mega yacht realizzato per conto di Azimut Benetti e interamente costruito a Taranto da maestranze locali. Ieri dunque il tanto atteso varo, nell'area dei Cantieri Navali…

Ha toccato per la prima volta ieri mattina l’acqua del Mar Jonio, in vista del trasferimento a Livorno per la finitura e gli allestimenti, il primo scafo di un mega yacht realizzato per conto di Azimut Benetti e interamente costruito a Taranto da maestranze locali. Ieri dunque il tanto atteso varo, nell’area dei Cantieri Navali Sgm srl alla presenza delle istituzioni civili, religiose e militari.

Il connubio fra tre diverse società, Sgm srl, Sea Style Company spa e Costruzioni Generali srl, ha dato vita, per Azimut Benetti, ad una prima imbarcazione denominata FB616 e realizzata totalmente in acciaio ed alluminio.

Questi i numeri del progetto: 50 metri di lunghezza; 12 mesi di lavoro; 80 lavoratori esperti impiegati nelle migliori pratiche di saldatura e controlli; 220 tonnellate di peso; 180mila ore lavorate.

«L’eccezionale impresa – ha sottolineato Confindustria Taranto – è stata realizzata grazie alla rinascita di un sito storico per la nautica tarantina, gli ex cantieri navali Tosi, a cui Sgm ha dato nuova vita e splendore, nonché alla lungimiranza ed all’impegno degli imprenditori coinvolti nel progetto».

Attualmente sono in costruzione all’interno del cantiere altre due mega costruzioni di 50 e 60 metri, in consegna a cavallo tra il 2024 ed il 2025, che verranno varate nei cantieri Sgm, dando occupazione a circa 220 lavoratori del territorio tarantino.

Alcuni mesi fa, all’interno degli ex Cantieri Tosi era stata realizzata un’altra importante opera: una barca-porta necessaria per chiudere il bacino Brin dell’Arsenale. Questo sistema permette alle navi di entrare ed uscire dal bacino costruito alla fine del 1800 per la loro manutenzione. In particolare sostituisce quella già in uso da diversi anni.

La realizzazione della diga ha rappresentato, quindi, un nuovo inizio per la città, quasi la realizzazione di un sogno messo da parte per troppi anni, la cantieristica navale. «Abbiamo visto nuovamente tornare alla luce questo posto che ha fatto la storia di Taranto – aveva commentato a tal proposito il vicesindaco, Gianni Azzaro – Ringraziamo chi ha voluto investire. L’aver appreso anche l’assunzione di centocinquanta maestranze locali con la prospettiva di arrivare a cinquecento unità è sicuramente di buon auspicio. Dobbiamo continuare a lavorare verso questa direzione che va a incentrarsi soprattutto sulle azioni di transizione ecologica».

La diga, varata subito dopo la benedizione del parroco, era stata trasportata da una gru sul mare e salutata durante l’imbarco dall’applauso dei presenti. Si tratta di una struttura lunga ben 34 metri, alta 12 metri e larga circa 3,5 metri ed un peso di oltre 200 tonnellate. Un’opera certamente di indubbio valore architettonico.

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