Il Comune di Taranto non impugnerà al Tar l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dal ministero per l’Ambiente e che consente altri 12 anni di produzione col ciclo integrale degli altoforni a carbone. Al termine di un Consiglio comunale fiume, più volte interrotto dalle proteste delle associazioni e terminato con i consiglieri scortati dalla digos sotto un coro di “assassini”, il sindaco Piero Bitetti con una mossa a sorpresa ha compattato la maggioranza su una controproposta, approvata con 19 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti, tra cui il consigliere di maggioranza Antonio Lenti, il più vicino alle posizioni degli ambientalisti.
Bocciata, invece, la mozione della consigliera del M5s Annagrazia Angolano che chiedeva al Comune di impugnare l’autorizzazione. «Proporre oggi un ricorso dopo aver già contrastato e bocciato l’Aia, significherebbe offrire al governo un alibi politico e mediatico, consentendogli di attribuire al Comune la responsabilità di un eventuale default industriale», è scritto nel documento, «escludendo la città e le sue istituzioni dai processi decisionali sul destino industriale e ambientale. Il Comune deve invece essere propositivo». Il caso davanti al giudici amministrativi lo porteranno le sigle che hanno già raccolto 35mila euro per le spese.
Il testo
La mozione descrive il percorso di riconversione del sito. Le richieste al governo: nazionalizzazione dello stabilimento siderurgico, dismissione dell’area a caldo e delle fonti inquinanti in tempi certi e investimenti pubblici per la riconversione, tavolo permanete per la transizione industriale, gestione sostenibile degli esuberi e ristori sotto forma di infrastrutture strategiche: aeroporto di Grottaglie, autostrada fino in città e potenziamento del porto.
«A noi non servono azioni politiche tanto per lavarci la faccia. Non vogliamo strumentalizzazioni – ha detto il sindaco Bitetti in aula dopo il voto – la salute è e sarà sempre al primo posto, come il territorio. Noi viviamo qui e qui vogliamo far crescere i nostri figli». Insomma il messaggio è chiaro. Per la maggioranza, sindaco compreso, l’impianto ha i giorni contati e non è il caso di intestarsi eventuali battaglie giudiziarie per accelerarne l’eutanasia.