Era già morto probabilmente da tre o quattro giorni il piccolo di 37 settimane deceduto nel grembo materno all’ospedale Santissima Annunziata il 13 aprile scorso. Il dolore più grande che si possa provare, la perdita di un figlio, nel giorno del compleanno del suo papà, un trentenne tarantino che insieme alla moglie di 28 anni si è rivolto all’avvocato Manolo Latorre per presentare denuncia e chiedere all’autorità giudiziaria di chiarire se ci sono responsabilità mediche nell’accaduto. Sul caso il sostituto procuratore Remo Epifani ha aperto un fascicolo d’indagine per interruzione colposa di gravidanza e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario e come atto dovuto, dovendo procedere all’accertamento tecnico irripetibile dell’autopsia, ha iscritto nel registro degli indagati tutti i professionisti medici e personale sanitario, nove donne e quattro uomini, che negli ultimi tempi si sono occupati della partoriente. Ieri l’esame autoptico sul corpicino è stato eseguito dai medici Francesco Introna, ordinario di medicina legale all’università di Bari e Biagio Solarino che entro sessanta giorni depositeranno i risultati dopo aver eseguito gli esami istologici e di laboratorio su tessuti e placenta per chiarire le cause del decesso. Stando a quanto trapelato, tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, la giovane donna ha accusato perdite di sangue e si è recata in Ginecologia all’ospedale tarantino dove è stata visitata e sottoposta ad alcuni esami. Il 6 aprile è tornata di nuovo in ospedale. I medici le hanno raccomandato di rivolgersi al medico curante per effettuare degli esami precisando tuttavia che la situazione era sotto controllo e non c’era da preoccuparsi. Le perdite, tuttavia, non si sono fermate, al punto che il 13 aprile la donna si è presentata di nuovo in ospedale. Questa volta, secondo quanto riferito, i medici si sono accorti subito che la situazione era grave. La donna è stata subito portata in sala operatoria ma per il piccolo, che già pesava più di tre chili, non c’era più nulla da fare. Distrutti dal dolore per la perdita, marito e moglie si sono rivolti alla magistratura per chiarire se i problemi accusati dalla donna sono stati sottovalutati e se il comportamento dei medici è stato corretto in ogni fase e durante ogni accesso della donna in reparto. L’avvocato Latorre ha affidato al dottor Domenico Urso il compito di seguire le operazioni tecniche dei consulenti della procura. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Claudio Petrone, Raffaele Errico, Ciro Buccoliero e Andrea Silvestre.
Taranto, morto poco prima del parto. Tredici indagati all’ ospedale Santissima Annunziata
di Redazione








