SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Taranto, l’ex portiere Spagnulo: «Calvario terminato, la nuova società farà bene» – L’INTERVISTA

Senza alcun dubbio è una delle bandiere del Taranto, che sventola ancora alta sul pennone dei cuori dei tifosi. Nonostante siano trascorse tante stagioni dai suoi voli a difesa dei pali, Gianpaolo Spagnulo resta uno dei più forti portieri della storia del club rossoblù. Un pararigori che ha conosciuto anche la Serie A con il…
l'edicola

Senza alcun dubbio è una delle bandiere del Taranto, che sventola ancora alta sul pennone dei cuori dei tifosi. Nonostante siano trascorse tante stagioni dai suoi voli a difesa dei pali, Gianpaolo Spagnulo resta uno dei più forti portieri della storia del club rossoblù. Un pararigori che ha conosciuto anche la Serie A con il Genoa e da nativo di Grottaglie (a pochi chilometri dal capoluogo) è stato il numero 1 della compagine ionica prima tra il 1987 e il 1991 e poi tra il 1998 e il 2001.

Il giaguaro, così come venne soprannominato nel corso della sua brillante carriera, resta il primo tifoso del Taranto: «Il numero uno, come la maglia che indossavo quando giocavo».

Il Taranto è ora nella mani della Finlad dei fratelli Vito e Sebastiano Ladisa e finalmente si può parlare di calcio giocato: quanto le fa piacere?

«Tantissimo. Il calvario è terminato e ora possiamo pensare a qualcosa di diverso».

Come ha vissuto il lungo periodo che ha preceduto il bando, dall’esclusione dal campionato di Lega Pro alla liquidazione giudiziale?

«Malissimo, come tutti i tifosi. Ciò che è successo ci ha demoralizzato. Tutto ciò che abbiamo vissuto era forse nell’aria e prima poi sarebbe accaduto. Pensavo, naturalmente, a qualcosa di diverso e che la squadra potesse restare ancorata al mondo dei professionisti. Un’esclusione dal campionato di Lega Pro e una ripartenza dall’Eccellenza è qualcosa di troppo negativo».

A conti fatti ritiene che ripartire da zero sia la soluzione migliore per il bene del calcio tarantino?

«Assolutamente sì, perché eravamo arrivati a un punto di non ritorno. Direi che fosse quasi d’obbligo voltare pagina e immettere gente nuova con programmi nuovi. Non si poteva assolutamente andare avanti in quel modo».

Dunque, da dove si deve ripartire?

«Dalla creazione delle giuste condizioni per ritornare nelle categorie di competenza per una squadra come il Taranto. Si deve consegnare alla città uno staff tecnico e dirigenziale e una squadra all’altezza. In questo modo potrebbero arrivare subito ottimi risultati, che sono la chiave per conquistare i tifosi. Bisogna dimenticare quanto accaduto e voltare pagina per iniziare un nuovo ciclo. Sino a quando non arriveranno i fatti i tifosi saranno scettici. Se però le cose dovessero essere fatte con correttezza e trasparenza, allora i tifosi torneranno a sostenere la squadra. Ricordiamoci però, che vincere non è mai facile. Non è sufficiente, però, avere disponibilità economiche senza opportune competenze. Ora c’è una nuova società e bisogna darle tempo».

Come lo vede il futuro del Taranto?

«Abbiamo toccato il fondo e quindi saliremo di sicuro. In questo momento sono positivo. Sarà così perché diversamente questa nuova proprietà non avrebbe deciso di impegnare tempo e denaro per la causa del Taranto. Da uomo di calcio le dico: secondo me faranno bene. Io resterò sempre tifoso del Taranto: ho giocato con la maglia numero uno e dunque sarò il primo tifoso. Il Taranto è dentro le mie vene».

CORRELATI

Sport, Taranto","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[457816,457819,457767],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!