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Taranto, il sindaco Bitetti con i lavoratori dell’ex Ilva: «Ora basta proclami»

Dai nervi tesi al cambio di passo in un solo incontro. Il sindaco Piero Bitetti accoglie i sindacalisti accompagnato dal vice Mattia Giorno, dall'assessore Gianni Cataldino e dal consigliere esperto Gianni Florido, che per anni è stato sindacalista della Fim Cisl e subito si schiera accanto agli operai nella delicata vertenza. Quanto basta per far…
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Dai nervi tesi al cambio di passo in un solo incontro. Il sindaco Piero Bitetti accoglie i sindacalisti accompagnato dal vice Mattia Giorno, dall’assessore Gianni Cataldino e dal consigliere esperto Gianni Florido, che per anni è stato sindacalista della Fim Cisl e subito si schiera accanto agli operai nella delicata vertenza. Quanto basta per far passare in secondo piano le critiche piovute nei giorni scorsi dal mondo sindacale verso le istituzioni cittadine, accusate di esercitare una politica del no contro i progetti industriali.

Il documento

Comune, Fim, Fiom e Uilm hanno condiviso un testo con cui si chiede al governo un intervento pubblico deciso per garantire la tenuta sanitaria, occupazionale e impiantistica del sito. La piattaforma individuata è un Accordo di Programma con governo, Regione, enti locali e parti sociali, per garantire tutela occupazionale piena, misure straordinarie per i lavoratori, come prepensionamento e incentivi all’esodo volontario, formazione e riqualificazione professionale per accompagnare la transizione, screening sanitari periodici e clausola sociale per reimpiegare anche i dipendenti dell’indotto.

«La transizione ecologica e industriale di Taranto non può essere più rinviata», si legge nella nota. «È una responsabilità collettiva verso i lavoratori, le famiglie e le future generazioni. Il tempo dei proclami è finito: servono scelte, atti e certezze». Per questo ora si pensa a un gruppo di lavoro congiunto per l’esame delle problematiche che emergeranno dalla riunione col governo il 28 ottobre, «per definire orientamenti comuni sul proseguimento della vertenza».

Le reazioni

Per Francesco Brigati, di Fiom Cgil, «è un grande segnale. La comunità tarantina è con i lavoratori per costruire dal basso, insieme, un percorso per uscire dalla difficoltà che stabilimento e città attraversano. Il messaggio al governo è chiaro – aggiunge Brigati – Meloni e Urso stanno trattando sulla pelle dei lavoratori di Taranto. Non siamo disponibili a subire esuberi strutturali. Dal governo, finora solo parole e propaganda». In un documento, portato dalle sigle al confronto con l’amministrazione comunale tarantina, era scritto che «il governo deve avviare da subito la dismissione graduale degli impianti inquinanti e la loro riconversione verso la decarbonizzazione attraverso un forte intervento pubblico, con piano industriale chiaro e dai tempi certi».

I sindacati, insomma, hanno chiesto al primo cittadino di essere collante del territorio in crisi e fortemente provato e Bitetti non si è sottratto. Anzi, sottolineando di voler restare fuori da polemiche e da lotte politiche, ha spiegato che il Comune si sta guardando intorno, valuta progetti energetici, a partire dall’idrogeno green, insomma altre fonti per alimentare gli impianti avendo rispetto di salute e ambiente. Si cercano, ha riferito il sindaco, misure alternative e soluzioni per creare occupazione e mantenere il pil di una città in cui «molte famiglie sono in difficoltà e non ce la fanno ad andare avanti».

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