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Cronaca Taranto

Taranto, chiesti 40 anni di carcere per 8 autisti dell’Amat: «Abusarono di una ragazza sui bus»

Otto condanne, da un minimo di due anni e mezzo a un massimo di sei anni, sono state chieste dalla pm Vittoria Petronella al processo a carico di otto autisti dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico del Comune, accusati, sebbene con responsabilità diverse, di aver abusato a bordo dei bus di linea di una ragazza poco più che ventenne, affetta da deficit psichico. La ragazza fu convinta a denunciare gli abusi dal suo fidanzato e durante le indagini la magistratura notificò agli otto il divieto di avvicinamento alla giovane. Per cinque di loro, la procura ha chiesto condanna a cinque anni e mezzo di reclusione. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli autisti parcheggiavano gli autobus in luoghi isolati, bloccavano le porte e poi abusavano della ragazza con disabilità. L’Amat è parte civile con l’avvocato Claudio Petrone. Il 29 maggio inizieranno le arringhe dei difensori, avvocati Andrea Digiacomo, Alessandro Scapati, Pasquale Miraglia e Vincenzo Monteforte.

Il processo

Nel corso del procedimento, la presunta vittima è stata ascoltata in forma protetta e ha confermato la sua iniziale versione dei fatti. Una storia di violenze e disagio la sua: quando aveva 14 anni fu vittima di abusi da parte di un vicino di casa (condannato in via definitiva).

Le accuse

Alcuni si sarebbero limitati a palpeggiamenti, altri avrebbero avuto rapporti completi. Per quasi due anni, tra il 2018 e il 2020, la ragazzina gravata da disagio psichico lieve ma piuttosto evidente, sarebbe diventata una specie di giocattolo sessuale su cui sfogare i propri istinti tra i sedili del bus, per poi scambiarsi foto nelle chat. Uno degli autisti è anche accusato di aver violentato la ragazza sul sedile posteriore della propria auto, dopo averle dato un passaggio verso casa, per poi raccomandarsi di non raccontare l’accaduto. Un altro si sarebbe fermato al solo tentativo. Tutti sono stati intercettati durante l’inchiesta. La ragazza aveva una vera e propria passione per i mezzi pubblici. Trascorreva ore semplicemente a «farsi un giro» sui bus, percorrendo intere tratte, e aveva instaurato un rapporto di confidenza con alcuni autisti.

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