Giuseppe Merico, presidente onorario della SS Taranto, scende in campo per sostenere l’operato del club. Una ferma e garbata presa di posizione attraverso una lettera aperta all’attenzione della piazza rossoblù. Di seguito il testo.
La lettera
Il momento è difficile, inutile girarci attorno. Sapevamo tutti che il cammino del Taranto nel campionato di Eccellenza sarebbe stato molto complicato, per una serie di motivi. Uno su tutti: quando la nuova proprietà ha potuto mettersi all’opera, le altre società avevano già avviato da mesi la programmazione e l’allestimento dell’organico nel preciso momento in cui noi stavamo partendo letteralmente da zero, per giunta in una realtà del tutto sconosciuta.
Era quindi da mettere in conto che avremmo avuto tanti problemi. Certo, nessuno immaginava che sarebbero stati così grandi, come invece testimonia ampiamente la classifica. Da tifoso tra i tifosi, mi sento tuttavia di dire che speravo in qualcosa di meglio, segno che, al di là di difficoltà oggettive, qualche errore è stato commesso tant’è che alcune scelte non hanno prodotto i risultati sperati. Va anche riconosciuto che, quando si opera essendo costretti a fare in fretta per rincorrere avversari partiti con largo anticipo, i rischi aumentano in modo esponenziale, al netto delle capacità e degli sforzi profusi.
La famiglia Ladisa
In questo senso, credo che occorra riconoscere alla famiglia Ladisa di aver dimostrato alla città e alla tifoseria quanto ci tenga al Taranto, in termini di investimenti economici ed affettivi. Una proprietà che non fosse stata pienamente coinvolta anche dal punto di vista emotivo in questa avventura non si sarebbe sobbarcata gli enormi costi sostenuti finora per rendere la squadra competitiva ai massimi livelli per la vittoria del campionato. Solo che, come ogni appassionato di calcio sa, i risultati spesso non dipendono solo dai soldi spesi ma anche da molteplici fattori estranei all’impegno e alla volontà di una proprietà. In ogni caso, il Taranto sta cercando in tutti i modi di invertire il trend, come conferma la continua ricerca di qualità tecnica.
Purtroppo, ogni processo di crescita, a maggior ragione se avviato in ritardo rispetto ad altri, ha bisogno di tempi fisiologici per poter arrivare al suo completamento. Per questo, mi sento di rivolgere un accorato appello ai tifosi (che anche domenica hanno dato prova di grande maturità), a non farsi prendere dallo scoramento e dalla delusione. Se il Taranto va male, nessuno ne soffre più dei fratelli Ladisa che hanno dimostrato finora concretamente di credere in questa impresa. E se l’amarezza della piazza è sacrosanta e legittima, bisogna anche comprendere che non è il momento di arrendersi, men che meno una volta accertata l’intenzione della società di avviare un cammino importante per il futuro del calcio rossoblù, dopo i disastri del passato che ci hanno scaraventato così in basso.
Quindi, esorto tutti a non mollare, rivolgendomi anche allo staff tecnico e ai calciatori, molti dei quali non hanno avuto ancora modo e tempo per ambientarsi e capire dove si trovano. Al di là dei risultati, ognuno deve farsi carico del proprio ruolo dando il massimo, chi in campo e chi sugli spalti. Onoriamo tutti insieme la maglia più bella del mondo e gridiamo forza Taranto. Vi auguro un buon Natale con l’auspicio che il 2026 possa restituirci quello che noi tarantini meritiamo.










