Botta e risposta “a distanza” tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in relazione alla possibilità che il porto di Taranto ospiti una nave rigassificatrice da cui poter attingere il gas necessario per produrre acciaio verde.
Urso, in un’intervista a Repubblica Bari, ha affermato che «per realizzare il Dri (direct reduction iron, l’impianto di purificazione dei materiali ferrosi) la parte fondamentale dell’investimento, che sarà comunque attuata da una società interamente pubblica, serve innanzitutto il gas. La Regione e il Comune di Taranto sono d’accordo sull’installazione della nave rigassificatrice nel porto? Questa è la prima domanda a cui occorre rispondere».
Il ministro ha poi aggiunto: «Se sì a quali costi? Le autorizzazioni saranno concesse in tempi congrui? Sono previsti incentivi o penalizzazioni? Senza gas a costi sostenibili non c’è Dri, e dunque non è possibile alimentare, attraverso il preridotto, i forni elettrici che nel frattempo e con una programmazione pluriennale dovranno sostituire gradualmente gli altoforni».
Ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le dichiarazioni di Urso, Emiliano ha spiegato che «la Puglia non deve decidere questa cosa. Ovviamente quando formalmente ci sarà un acquirente, un piano industriale e mi spiegheranno come e perché, noi daremo tutte le risposte di questo mondo. Quello che non si può fare è buttare continuamente la palla in fallo, perché prima hanno buttato la palla in fallo con la Procura, ora viene viene mandata sulla Regione e sul rigassificatore. Pensate a trovare l’acquirente della fabbrica, poi se ne parla», ha concluso il governatore pugliese.