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Nel giorno dell’incendio all’ex Ilva, Pichetto Fratin a Taranto: «Sarà la fabbrica green d’Europa»

Un odore acre di fumo, una nuvola nera ha invaso la città, un incendio è divampato all’ex Ilva di Taranto, ieri mattina, intorno alle 11.30. Paura. Sgomento. La fabbrica era in attività, ma non ci sono stati feriti. Nelle stesse ore il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, era a Taranto, per la campagna e ha…
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Un odore acre di fumo, una nuvola nera ha invaso la città, un incendio è divampato all’ex Ilva di Taranto, ieri mattina, intorno alle 11.30. Paura. Sgomento. La fabbrica era in attività, ma non ci sono stati feriti. Nelle stesse ore il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, era a Taranto, per la campagna e ha esordito: «La nuova fabbrica sarà l’impianto più decarbonizzato d’Europa, questo è l’obiettivo del Governo», parole che sono suonate come un pugnale in una ferita, in una sala gremita, mentre i vigili del fuoco spegnevano le fiamme.

L’altoforno

Dalla direzione della fabbrica è arrivato subito il chiarimento: un’improvvisa anomalia ha interessato un componente del sistema di raffreddamento, precisamente la tubiera n.11, uno dei 27 ugelli responsabili dell’insufflaggio di vento caldo all’interno dell’altoforno. L’inceppo ha provocato la fuoriuscita di coke, che ha raggiunto il piano delle tubiere e l’area sottostante. Tutto sotto controllo. In teoria. Imbarazzo per il ministro e per chi era a suo seguito.

La questione Aia

Anche la questione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale è stata al centro del dibattito. Si attende ancora la conferenza dei servizi, slittata al 21 maggio in un continuo tira e molla, tra le Acciaierie che ritiene che alcuni valori andrebbero rivisti e il Ministero che è rigido sulle prescrizioni. Fratin ha provato a chiarire: «Non è che l’Aia scadesse ma è stata una nostra precisa volontà quella di riportarla all’attenzione. Ci è sembrato un segno di serietà». La vecchia Aia vige in proroga e per i vertici di Acciaierie d’Italia gli interventi più rilevanti inseriti nel parere istruttorio conclusivo comporterebbero investimenti per il gestore che superano il miliardo di euro. La nuova autorizzazione, con una validità di 12 anni, consentirà una produzione annua di 6 milioni di tonnellate di acciaio.

I danni, fermo l’Altoforno

Intanto a causa dell’incendio alle tubiere, l’altoforno 1 di Acciaierie d’Italia, Ex Ilva, stabilimento di Taranto, è stato subito fermato «e adesso bisogna capire i danni, valutarli economicamente e verificare gli interventi da farsi, che saranno abbastanza importanti», afferma Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil. Il piano di colata avrebbe subito grossi danni e solo per un caso non ci sono stati feriti o morti, perchè era fermo.

La protesta ambientalista

Dopo la paura la città ha ripreso fiato ed è insorta, Luciano Manna a nome VeraLeaks annuncia che giovedi’ 22 maggio si torna in piazza. E sabato mattina dalle 10.30 alle 13, nelle adiacenze della Camera di Commercio di Taranto, dove il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, inaugureranno il Tecnopolo del Mediterraneo, manifesteranno associazioni e movimenti di cittadini contrari all’Ex Ilva.

Ha collaborato Gabriella Casabona

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