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Il 2025 del calcio a Taranto: dal fallimento alla rinascita

Fuochi d’artificio per questo 2025 che se ne va. Finalmente verrebbe da dire, perché per almeno sette mesi è stato duro da digerire per i tifosi del Taranto, squadra che sino alla scorsa stagione militava in serie C. Il club, infatti, ha vissuto in assoluto il punto più basso della sua storia con la retrocessione…
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Fuochi d’artificio per questo 2025 che se ne va. Finalmente verrebbe da dire, perché per almeno sette mesi è stato duro da digerire per i tifosi del Taranto, squadra che sino alla scorsa stagione militava in serie C. Il club, infatti, ha vissuto in assoluto il punto più basso della sua storia con la retrocessione in Eccellenza. Una categoria mai vista, mai conosciuta. Mai minimamente contemplata da una città, una piazza che nel corso dei suoi quasi 100 anni di amore ha avuto modo di godere di momenti importanti e tanta, tanta serie B, anche se quest’ultima manca oramai da 35 anni.

L’inizio del crollo

Taranto, il capoluogo di provincia più grande di Italia a non avere mai conosciuto la massima serie, si ritrova addirittura in Eccellenza, lancinante esito di una condotta a dir poco maldestra portata avanti da diversi attori. Più fattori hanno fatto precipitare la squadra in un inferno dal quale bisognerà uscire quanto prima. Il 2025 era cominciato facendo vedere gli spettri di un fallimento societario sempre più concreto. Una serie di fattori che ha creato un cumulo di macerie fumanti nella passione di tutti gli innamorati dei colori rossoblu.

Unico sbocco possibile della mancata cessione o della mancata acquisizione del club da una proprietà all’altra. Dall’allora presidente Massimo Giove al britannico Mark Campbell, rappresentante della Apex Capital Global Srl, con la partecipazione dell’amministrazione comunale, nel frattempo cambiata a seguito di elezioni. Nel giro di poche settimane tutti i tifosi sono passati dal «lo compra oggi» al «lo compra domani», per finire a «lo comprerà la settimana prossima» e al «non lo comprerà più».

Un colpo dritto al cuore, sezionato in mille pezzi come un bicchiere di vetro che va in frantumi dopo avere toccato il suolo. Il tutto mentre da una parte e dall’altra, leggasi venditore e acquirente, era in corso un reciproco fitto lancio di comunicati stampa, che mano a mano acquisivano il peso di vere pietre tombali.

Il baratro

Il 7 marzo il Taranto, già da tempo totalmente privato degli over in fuga e tenuto in piedi soltanto dai ragazzi del settore giovanile, venne estromesso dal campionato. In quel momento calò il sipario e allora che si fa luce, momentaneamente, l’ora più buia.

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