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Ex Ilva, a Taranto tute blu in marcia sulla città: «La crisi non è mai stata così grave»

È il giorno dello sciopero all'ex Ilva. Tute blu in marcia dalla fabbrica fino al municipio per chiedere il sostegno della città e al governo centrale l'intervento pubblico per dare garanzie sul futuro del centro siderurgico. Alla vigilia dello sciopero uno degli obiettivi è stato centrato: i sindacati metalmeccanici sono stati convocati il 28 ottobre…
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È il giorno dello sciopero all’ex Ilva. Tute blu in marcia dalla fabbrica fino al municipio per chiedere il sostegno della città e al governo centrale l’intervento pubblico per dare garanzie sul futuro del centro siderurgico. Alla vigilia dello sciopero uno degli obiettivi è stato centrato: i sindacati metalmeccanici sono stati convocati il 28 ottobre a Palazzo Chigi.

«È già un primo risultato – dice Valerio D’Alò di Fim Cisl – ribadiremo le richieste al governo condivise con i lavoratori in questi giorni». I sindacati temono lo “spezzatino”, la vendita degli impianti migliori del Nord che rischia di lasciare a Taranto solo macerie, disoccupazione e cassa integrazione record (attualmente è salito a 4450 il numero di lavoratori con l’ammortizzatore sociale).

La protesta

Fim, Fiom e Uilm marceranno con tutti i lavoratori in corteo. Ieri in assemblea hanno incontrato anche quelli dell’indotto-appalto e quelli ex Ilva in as, rimasti in cassa integrazione, senza lavoro, da ormai otto anni. «La loro è la condizione più tragica – dice Loris Scarpa di Cgil – la città dev’essere accanto a questi lavoratori». Per i sindacati la situazione è di una gravità «mai raggiunta prima d’ora». I rappresentanti dei metalmeccanici chiedono al governo di ritirare il bando di cessione degli impianti dal momento che sono arrivate offerte solo da fondi finanziari “speculativi” e intervenire direttamente a garanzia del rilancio della continuità produttiva e della sicurezza.

La città

«Sono vicino alle loro preoccupazioni, assolutamente legittime. Parliamo di lavoratori, padri di famiglia che tengono al proprio reddito per poter andare avanti in maniera dignitosa. C’è da comprenderli e da stare loro vicini. L’Ilva è il problema dei problemi di questa città. Quando arriveranno qui, saranno ricevuti e ben accolti», dice il sindaco Piero Bitetti. «Parliamo di lavoratori – aggiunge – che forse sono quelli che subiscono più degli altri cittadini perché sono esposti due volte, come lavoratori e come cittadini, alle incertezze del lavoro e dell’ambiente. Bisogna mettersi a lavorare per creare un quadro sereno, equilibrato, chiaro sulla questione tarantina».

I fondi per la transizione

Per Giuseppe Romano, della Fiom Cgil, «è un bene che il commissario europeo Raffaele Fitto abbiamo rimodulato i fondi del Just transition fund con un arco temporale più largo. È evidente che i tempi di concessione dei fondi europei non coincidono con la fase di transizione reale in particolar modo dello stabilimento siderurgico tarantino. Devono servire a sostenere il processo di riconversione industriale, creando alternative per i lavoratori che saranno inevitabilmente colpiti da questo passaggio».

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