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Ex Ilva, rinviato l’incontro tra governo e sindacati. Turco attacca: «Il vero sabotatore è Urso»

Resta calda la situazione dell’ex Ilva. Il confronto previsto per ieri tra sindacati metalmeccanici e governo è stato rinviato al 9 giugno. La premier Giorgia Meloni, conferma che la situazione ereditata è «molto complessa», ma «il governo continuerà a fare la propria parte e sono certa che ognuno farà la sua parte. C'è bisogno che…
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Resta calda la situazione dell’ex Ilva. Il confronto previsto per ieri tra sindacati metalmeccanici e governo è stato rinviato al 9 giugno. La premier Giorgia Meloni, conferma che la situazione ereditata è «molto complessa», ma «il governo continuerà a fare la propria parte e sono certa che ognuno farà la sua parte. C’è bisogno che tutti gli attori diano una mano e non ci siano bastoni tra le ruote: credo tutti comprendano cosa c’è in ballo», ha detto ieri la presidente del Consiglio all’assemblea annuale di Confindustria. E mentre il ministro delle Imprese Adolfo Urso spera ancora di chiudere entro luglio la trattativa di cessione degli impianti siderurgici agli azeri di Baku Steel, nonostante uno dei due altoforni rimasti in funzione sia sotto sequestro per il maxi incendio del 7 maggio scorso, nello stesso governo c’è chi, come il vicepremier Salvini apre all’idea della nazionalizzazione della fabbrica se non dovesse arrivare un privato disposto ad investire negli impianti.

Le critiche

«Da Meloni piagnistei da coccodrillo irricevibili ma il sabotatore è Urso», dice il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento cinque stelle. «Questo governo è in forza da 27 mesi: in questo tempo ha scelto la dissennata via del commissariamento, ha buttato all’aria 1,5 miliardi sottraendo soldi fondamentali per le bonifiche, ha portato avanti la continuità produttiva a ciclo integrale a carbone e si è avventurato in una trattativa con Baku Steel che ora va per le calende greche. Meloni può fare tutto lo scaricabarile che vuole, ma il sabotatore dell’acciaieria di Taranto ha un nome e un cognome: Adolfo Urso. L’uomo che ha inaugurato un altoforno poi esploso, mettendo a repentaglio la vita di centinaia di lavoratori. A parte accusare velatamente i giudici della procura di Taranto, Meloni non ha detto agli industriali qual è la visione futura del governo sull’ex Ilva e a cosa verrà fatto per uscire da questa crisi drammatica. La nazionalizzazione, a nostro avviso, resta l’unica via percorribile».

I sindacati e l’indotto

Per Daniela Fumarola, leader della Cisl, «sull’ex Ilva bisogna abbandonare le ideologie e arrivare a dare una soluzione stabile mantenendo i livelli occupazionali, dando sicurezza al tema della salute e dell’ambiente». L’altro giorno il ministro Urso ha rassicurato le aziende dell’indotto nonostante la fase difficile e la produzione dimezzata almeno per 7-8 mesi. Per il presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma, «serve almeno un miliardo ed è necessario che sia lo Stato ad investire per la transizione», per rendere appetibili gli impianti sul mercato. Anche altre associazioni come Casartigiani e Confartigianato, hanno chiesto di tutelare le imprese dell’indotto siderurgico locale, in particolare quelle dell’autotrasporto.

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