È ancora lunga la strada verso un accordo di programma tra enti locali e governo propedeutico alla nuova autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva. Restano da sciogliere nodi importanti come la nave rigassificatrice al porto, il desalinizzatore ed i fondi da destinare a misure sanitarie. Ieri il videocollegamento: da un lato il ministro delle Imprese Adolfo Urso e dall’altro il governatore Michele Emiliano, il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, i sindaci di Taranto e Statte Piero Bitetti e Fabio Spada e il commissario dell’Autorità portuale Giovanni Gugliotti.
I rappresentanti degli enti locali hanno espresso le loro riserve sulla bozza presentata dal ministero. Urso, da parte sua, ha dimostrato massima disponibilità a recepire le istanze del territorio ed ha invitato gli enti locali a presentare nelle prossime ore proposte di modifica all’accordo, in modo tale da definire un quadro di regole chiare per chi investirà sull’ex Ilva, che sia l’azera Baku Steel, in pole nelle trattative, o gli investitori indiani e americani che avevano manifestato interesse.
Il piano di decarbonizzazione della siderurgia a Taranto, è stato inoltre al centro di un’audizione di ieri del ministro Urso davanti al Copasir, «trattandosi di un aspetto centrale della sicurezza di questo Paese», ha spiegato il ministro.
I nodi
Secondo quanto si è appreso, tra le proposte avanzate dall’Autorità portuale, c’è quella di posizionare la nave rigassificatrice non nel porto ma al largo, su modello di Piombino. Il Comune di Statte è particolarmente interessato alla questione della tutela sanitaria, per cui chiede più fondi, mentre il sindaco di Taranto ha posto tra l’altro la questione dell’idrogeno per alimentare gli impianti del preridotto di ferro destinato ai nuovi forni elettrici.
E sulla nave rigassificatrice si consuma un piccolo giallo. Secondo quanto dichiarato ieri dalla viceministra per l’Ambiente Vannia Gava durante il question time in commissione Attività produttive, non c’è alcuna richiesta di autorizzazione all’installazione nel porto di Taranto di un impianto di rigassificazione.
Il sindaco di Taranto
Tra quelli che hanno formalizzato maggiore contrarietà alla proposta di accordo avanzata dal governo c’è il sindaco Piero Bitetti, che ha definito «irricevibile» la bozza.
Per Angelo Bonelli (Avs) si è trattato di «una scelta coraggiosa e di responsabilità. Una scelta che nasce da un confronto serio e rispettoso dei diritti dei tarantini e che dimostra un forte attaccamento alla città. Ora è il momento di impiegare le ingenti risorse destinate alla provincia di Taranto per sostenere le piccole e medie imprese, i lavoratori dell’ex Ilva e per costruire alternative industriali e occupazionali concrete. Dal 2012 sono stati spesi miliardi di euro senza offrire una prospettiva reale al territorio».