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Ex Ilva, il 16 ottobre sciopero in tutti gli stabilimenti. A Taranto i gruisti bloccano il Varco Nord

I sindacati Fiom, Fim e Uilm annunciano una mobilitazione e lo sciopero di tutti gli stabilimenti ex Ilva per il 16 ottobre prossimo. Le sigle sindacali condannano l'aver appreso a mezzo stampa dei contenuti delle offerte presentate per l'acquisto dell'ex Ilva, e in particolare quella di Bedrock Industries, che prevederebbe solo duemila unità occupate su…
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I sindacati Fiom, Fim e Uilm annunciano una mobilitazione e lo sciopero di tutti gli stabilimenti ex Ilva per il 16 ottobre prossimo.

Le sigle sindacali condannano l’aver appreso a mezzo stampa dei contenuti delle offerte presentate per l’acquisto dell’ex Ilva, e in particolare quella di Bedrock Industries, che prevederebbe solo duemila unità occupate su Taranto e poco più di mille negli altri siti.

«Riteniamo inaccettabile il silenzio di Palazzo Chigi che non convoca ancora un tavolo», affermano, sottolineando che «è il momento di scelte chiare: il Governo assuma la guida della ex Ilva con un forte intervento pubblico».

I lavoratori dell’area portuale dell’ex Ilva di Taranto, intanto, da stamattina stanno presidiando il Varco Nord dello stabilimento nell’ambito di uno sciopero proclamato dall’Unione sindacale di base (Usb) al quale si registra un’adesione del 100%, stando a quanto riferisce lo stesso sindacato.

La protesta, secondo quanto riferisce l’organizzazione, ha di fatto bloccato lo scarico della nave Patricia Oldendorff, ferma in porto con oltre 82mila tonnellate di fossile. Il fermo durerà 24 ore, dalle 7 di oggi, e secondo il sindacato si prevede la stessa adesione anche per il secondo e il terzo turno.

«Alla base dell’iniziativa – spiegano Marco D’Andria e Luciano Falvo, Rsu USB ex Ilva, gruisti Ima/1 – ci sono le stesse motivazioni già rese note nei giorni scorsi: la violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, con ricorso per condotta antisindacale depositato dal nostro legale Fabrizio Del Vecchio, e atteggiamenti denigratori ripetuti verso gli iscritti Usb».

I sindacalisti denunciano inoltre «l’abuso e il mancato rispetto dell’equa rotazione della cassa integrazione» e «una gestione arbitraria del personale, con l’arrivo di nuovi addetti a sostituzione di chi opera da anni nelle stesse postazioni».

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