Per il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, ieri a Taranto per un convegno a Confindustria, la decarbonizzazione dell’ex Ilva richiede tempi lunghi. «Occorre evitare di confondere il concetto di ambientalizzazione, cioè di eliminazione di tutte le emissioni nocive per la salute umana, con i processi di decarbonizzazione», ha detto lo special advisor per l’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività di Confindustria.
«Per quanto riguarda il primo aspetto – ha spiegato – sono stati effettuati interventi specifici fondamentali per ambientalizzare gli impianti, tali da portare lo stabilimento ad essere uno dei più ambientalizzati del mondo e a incidere sempre meno sulla salute. Il secondo concetto riguarda l’eliminazione del CO2 dai processi industriali, in particolare dagli altiforni. Decarbonizzazione è lotta al cambiamento climatico, che poco ha a che fare con le note problematiche del territorio. Ora sappiamo che per realizzare gli impianti di Dri (preridotto di ferro) con i forni elettrici, ci vorrà ancora qualche anno. Impossibile pensare che si possano fare in tempi brevi. Occorre che l’Autorizzazione integrata ambientale consenta l’esercizio di almeno due altiforni fino a quando non saranno realizzati i forni elettrici».
Il ruolo dello Stato
Per Gozzi occorre che il governo italiano si batta affinché in Europa ci sia una proroga delle quote gratuite di CO2, «perché altrimenti i forni di Taranto nei prossimi cinque anni produrranno costi altissimi». Gozzi infine ha difeso la scelta del governo del gas al posto dell’idrogeno per alimentare i forni, facendo notare che «tutti i progetti europei di siderurgia ad idrogeno stanno fallendo, perché l’idrogeno costa troppo. In altre parole, la decarbonizzazione con l’idrogeno in queste percentuali non si puo’ fare».
Il futuro dello stabilimento
Sia Gozzi che il presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma non hanno nascosto preoccupazioni per il futuro del siderurgico. Toma ha confermato che «la situazione è delicatissima e necessita di scelte ponderate, frutto di adeguate riflessioni e soprattutto dettate dal buon senso. Tutto quello che si deciderà oggi inciderà nella vita presente e futura del nostro territorio, nella sua interezza, della fabbrica e del sistema Paese. I nostri auspici – ha detto Toma nell’incontro con Gozzi – vanno essenzialmente in due direzioni: tutti gli attori, territoriali e non, si assumano piena responsabilità delle loro scelte ma che lo facciano anche con cognizione di causa, rispetto alle ricadute che tali scelte produrranno sul territorio da qui ai prossimi anni, in considerazione dell’importanza strategica che lo stabilimento investe a livello nazionale ed europeo».
Anche Toma, punta sulla presenza maggioritaria dello Stato, sia pure transitoria, nella prossima compagine societaria del siderurgico, per garantire solidità e continuità alla fabbrica.