«L’incontro che si è svolto ieri a Roma al Ministero del Lavoro è stato deludente». Lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti componenti dell’esecutivo nazionale confederale dell’Unione sindacale di Base (Usb). Sul tavolo la richiesta da parte di Acciaierie d’Italia di una proroga di dodici mesi della cassa integrazione in scadenza il prossimo 28 febbraio chiusa però senza firma. Preoccupati i sindacalisti per il futuro lavorativo dei 2000 lavoratori specie in questo momento in vista del passaggio di proprietà della fabbrica.
Assente la politica
«Riteniamo assente l’interlocuzione politica necessaria per avere tutti gli affidamenti rispetto a quanto, in parallelo, sta avvenendo sul bando di gara e dove le indicazioni tendono ad essere contraddittorie anche rispetto al piano di ripartenza che è stato discusso con l’amministrazione straordinaria e che aveva lo scopo di garantire il perimetro e tutti gli elementi di salvaguardia nei confronti del successivo passaggio di vendita». Rizzo e Colautti chiedono pertanto un confronto urgente con i massimi livelli per garantire tutti gli elementi su cui si è fondato il percorso che è stato condiviso con l’amministrazione straordinaria e le istituzioni. Imprescindibili sono «la garanzia dell’occupazione così come previsto dall’accordo del 2018 compresi i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, la decarbonizzazione, la garanzia produttiva e la tutela dell’appalto». Daniele Francescangeli, vicesegretario nazionale Ugl metalmeccanici con delega alla siderurgia, e Alessandro Dipino, segretario Ugl di Taranto tuonano «non è una chiusura irrevocabile alla firma dell’accordo ma la volontà di avviare un nuovo inizio della trattativa su due binari, tecnico al ministero del Lavoro e politico a Palazzo Chigi. Bisogna chiarire gli impegni che Governo e commissari intendono portare avanti e che tengano informate le organizzazioni sindacali».
Proroga ma con garanzie
«Per chiudere un possibile accordo è necessario mettere dei punti fermi» ritiene Guglielmo Gambardella segretario nazionale Uilm e Davide Sperti, segretario Uilm Taranto che chiedono garanzie occupazionali: «Ci prospettano un’ulteriore proroga della cassaintegrazione per 3420 lavoratori noi chiediamo la riduzione di un numero massimo di lavoratori interessati, la conferma dell’integrazione al 70% della cigs, il welfare aziendale, nessun lavoratore a zero ore, nessuna dichiarazione di esubero strutturale». Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim-Cisl «la cassaintegrazione serve a garantire il processo di transizione e a rassicurare i lavoratori. Importante è la formazione per aumentare il bagaglio professionale. Intanto restiamo in attesa degli aggiornamenti sulla vendita della fabbrica».