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Eccellenza: Il derby perfetto del Taranto, la chiave del successo è la mediana

A tratti la gara di giovedì scorso del Taranto con il Massafra è sembrata un allenamento. Eccetto per i primi 20 minuti, in cui i padroni di casa sono stati pericolosi in tre circostanze. Due buone opportunità sono state sprecate nei primi cinque minuti. L’ultima, al 19’, con la complicità dei rossoblù che hanno perso…
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A tratti la gara di giovedì scorso del Taranto con il Massafra è sembrata un allenamento. Eccetto per i primi 20 minuti, in cui i padroni di casa sono stati pericolosi in tre circostanze. Due buone opportunità sono state sprecate nei primi cinque minuti. L’ultima, al 19’, con la complicità dei rossoblù che hanno perso una sanguinosa palla in uscita. Nel mezzo la squadra di Ciro Danucci, con pazienza, ha superato il picco di pressione avversaria e alla prima occasione (minuto 11) ha sbloccato il risultato. Da allora la partita è diventa una discesa senza freni per i tarantini e, al contrario, una salita con una pendenza impossibile da sostenere per i giallorossi.

Un derby perfetto

In uno stadio vuoto, non per mancanza di attrazione ma per l’intervento del giudice sportivo, capitan Fabio Delvino e compagni hanno interpretato alla perfezione il derby, che non era possibile regalare. Anche quando la differenza tecnica è evidente, possono spesso sorgere degli inconvenienti lungo la strada che porta alla vittoria. Il Taranto, invece, ha sempre avuto il controllo del confronto. I rossoblù hanno accelerato e rallentato come e quando hanno voluto. Emblematico quanto avvenuto a metà della seconda frazione sul risultato già acquisito di 3-0. Konaté ha messo la palla sotto la suola, impiegando diversi secondi prima di cederla. Eppure nessuno degli avversari ha scelto di andargli incontro per costringerlo a liberarsene. Una partita che era finita molto prima che il direttore di gara intervenisse con il triplice fischio.

Gli esperimenti

Il tecnico Ciro Danucci ne ha approfittato per apportare accorgimenti tattici e suggerire ai suoi giocatori movimenti diversi. Tutti nell’ambito del 4-2-3-1, modulo che sembrerebbe avere smantellato ogni concorrenza. Naturalmente la difesa a tre resta un’opzione che potrebbe tornare utile a seconda dell’avversario e dei momenti delle prossime sfide. Buone notizie giungono dalla mediana. Roberto Marino e Boze Vukoja, coppia di centrocampisti, ha superato un altro esame e può considerarsi una valida alternativa a quella composta da Alessandro Di Paolantonio e Matias Etchegoyen che in cinque delle prime sei partite di campionato aveva ricevuto le chiavi del centrocampo. Di Paolantonio è fuori per infortunio e la sua assenza non sta pesando. Quando rientrerà sarà un bel problema per Danucci che sarebbe alle prese con l’abbondanza di centrocampisti. Complicazioni che tutti gli allenatori vorrebbero avere.

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