Cristiano Ancora ha lasciato un ottimo ricordo nelle piazze di Taranto e Brindisi. Il fantasista nativo di San Pietro Vernotico, oggi protagonista con la maglia dello Squinzano nel campionato di Promozione pugliese, ha analizzato ai nostri microfoni, nelle vesti di doppio ex, la sfida tra rossoblù e biancazzurri, in programma domani alle 15,30 allo stadio Fanuzzi di Brindisi.
Siamo alla vigilia del match di ritorno di Coppa Italia tra Taranto e Brindisi, sue ex squadre. Dopo il pareggio dell’andata, come arrivano a questa sfida?
«Il Brindisi ha fatto tre pareggi consecutivi, ma è una squadra viva: risultati così possono starci, anche perché ha affrontato due avversarie importanti come Bisceglie e Canosa. Il Taranto, nonostante sia partito tardi, sta facendo molto bene. È difficile fare un pronostico: ci sono tanti giocatori bravi, sarà sicuramente una bella partita».
Dal punto di vista delle panchine, sarà anche una sfida tra l’esperienza di Ciullo e la gioventù di Danucci. Cosa si aspetta?
«Conosco bene entrambi. Il mister Danucci l’ho avuto come compagno di squadra, mentre Totò Ciullo lo conosco da tempo: sono due persone preparatissime. In queste partite contano i dettagli, e sono certo che le due squadre arriveranno ben preparate. Sarà una sfida tattica interessante, tra due modi diversi ma competenti di intendere il calcio».
Che ricordi conserva delle sue esperienze a Taranto e Brindisi?
«La cosa che accomuna queste due piazze è la passione smisurata. Taranto e Brindisi vivono di calcio, e io ho avuto la fortuna di fare bene in entrambe, guadagnandomi l’affetto dei tifosi. Sono state due tappe fondamentali della mia carriera, insieme a Martina».
Dopo otto giornate di campionato, che idea si è fatto dell’Eccellenza pugliese?
«È un campionato molto forte. Si è alzato il livello della Serie D e, di conseguenza, anche quello dell’Eccellenza. Non solo le big: anche le squadre di metà classifica sono difficili da affrontare. Secondo me sarà un torneo equilibrato fino alla fine. Oltre a Taranto e Brindisi, occhio anche a Canosa e Bisceglie».
Il Taranto gioca lontano dallo Iacovone, che lei ha avuto modo di apprezzare in più occasioni. Disputare le partite interne allo stadio Italia di Massafra, alla lunga, può pesare sul cammino degli ionici?
«Un po’ sì, perché giocare allo Iacovone è tutta un’altra cosa: lì senti la spinta del pubblico, e per chi è di Taranto è qualcosa di speciale. Ma i tifosi non hanno mai fatto mancare la loro presenza, anche a Massafra. E i risultati dicono che la squadra non sta affatto subendo questa situazione».