Il governo prova a mettere una pezza all’emorragia continua di liquidità dell’ex Ilva. In Gazzetta ufficiale arriva l’ultimo decreto legge di «Misure urgenti per assicurare la continuità operativa degli stabilimenti ex Ilva», che stanzia circa venti milioni per formazione dei lavoratori e bonifiche. È prevista l’integrazione del trattamento economico della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, in modo che questi possano percepire il 75 per cento dello stipendio sommando alla cassa anche una ulteriore integrazione.
Le risorse, attinte dal Fondo Sociale per occupazione e formazione, non serviranno solo al sostegno al reddito, ma finanzieranno anche la formazione professionale dei lavoratori, orientata alla gestione delle bonifiche ambientali. Il provvedimento legislativo, operativo da ieri, autorizza Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria a utilizzare le risorse residue (circa 108 milioni di euro) derivanti dal prestito ponte già concesso a Ilva in As lo scorso giugno. Una misura tecnica fondamentale per garantire la liquidità necessaria al funzionamento degli stabilimenti.
Gli altri aiuti
Il decreto interviene in modo deciso anche sul nodo dei costi energetici. Viene stabilito che l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria non costituisce, di per sé, sintomo di uno stato di difficoltà tale da impedire l’accesso alle agevolazioni per le imprese energivore. Di conseguenza, alle aziende di interesse strategico nazionale come l’ex Ilva, precedentemente escluse dalla platea, ora viene riconosciuto un indennizzo pari al 90% delle agevolazioni spettanti per i consumi di gas ed energia elettrica fatturati dal primo gennaio 2024.









