Sei i candidati ad occupare la poltrona che fu di Rinaldo Melucci, defenestrato a febbraio scorso dalle dimissioni di 17 consiglieri in anticipo di due anni sulla scadenza naturale e dopo aver stravinto al primo turno col 60 per cento delle preferenze nel 2022. Sono supportati da 28 liste e circa 860 aspiranti consiglieri comunali (i posti disponibili sono 32). Il primo turno elettorale di domani e dopodomani ha una sola certezza, il ballottaggio. Taranto ancora una volta va in controtendenza rispetto alla Puglia e al resto d’Italia con coalizioni estremamente eterogenee e alleanze quasi inspiegabili. A cominciare dai tradizionali schieramenti di centrodestra e centrosinistra che nella città dei Due Mari sono saltati.
Divisi alla meta
Il campo largo del centrosinistra, che solo 48 ore fa, nonostante la candidatura di “disturbo” del civico Ciro D’alò ha portato il vicepresidente regionale dem e sindaco di Martina Franca Gianfranco Palmisano alla presidenza della Provincia, ha perso un pezzo importante, il M5s, che corre da solo con la giornalista Annagrazia Angolano, unica candidata a sindaco donna. Il candidato del centrosinistra è l’ex presidente del Consiglio comunale Piero Bitetti, sostenuto dal Pd, Avs-Socialismo XXI-Possibile, per Bitetti, Demos, Unire Taranto, Movimento Politico Con (di cui l’aspirante sindaco è esponente), Democrazia Cristiana e Partito Liberal Democratico-Azione. Se a Bitetti è riuscito di mettere insieme i partiti di Renzi e Calenda, gli va dato anche il merito di aver spostato la Dc dal centrodestra, dove si è posizionata nel resto della Regione.
Peggio è successo nel centrodestra, dove non si è riusciti a trovare una candidatura unitaria nonostante diverse riunioni del tavolo nazionale dei partiti di governo. Luca Lazzàro, presidente dimissionario di Confagricoltura Puglia è sostenuto da quattro liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Partito Liberale e Noi Moderati-Lazzàro sindaco. Si è creato poi un terzo polo, apparentemente civico, a sostegno della candidatura di Francesco Tacente, presidente uscente del Consorzio Trasporti Pubblici, di proprietà della Provincia. A suo sostegno sette liste in cui figurano molti degli ex amministratori delle Giunte Melucci: Taranto Popolare, Prima Taranto (dietro cui si nasconde la Lega), Patto Popolare, Fortemente Liberi, Noi Taranto, Riformisti-Socialisti, Evviva Taranto e l’Udc. È solo il caso di sottolineare il sostegno ricevuto in questi giorni da Matteo Salvini e dal vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, in questa insolita alleanza con forze tipicamente di sinistra come Riformisti e socialisti.
Sei le liste civiche a sostegno di Mirko di Bello, nipote dell’ex sindaca di centrodestra che guidò Taranto nei primi anni Duemila, Rossana Di Bello, scomparsa qualche anno fa. Con lui Lista con Di Bello, Taranto e Futuro, Lista Movimento Sportivo, I Rioni, Tre Terre-Talsano-Lama-San Vito, Impronta Verde. La sua coalizione si chiama “Adesso”. Ripropone ancora una volta la sua candidatura Mario Cito, figlio di Giancarlo Cito, già sindaco e parlamentare, scomparso solo pochi giorni fa. La lista è la storica At6-Lega d’Azione Meridionale.