Due piazze contrapposte. In centro i leader regionali del centrodestra ed i sindaci di Lecce e Brindisi, Poli Bortone e Marchionna, per Checco Tacente, sostenuto da una coalizione eterogenea con Lega, Udc, Noi Moderati, FI, FdI e liste in cui compaiono diversi amministratori del sindaco “licenziato” Rinaldo Melucci.
Vicino al ponte di pietra, in città vecchia, Elly Schlein e Antonio Decaro per Piero Bitetti, candidato del centrosinistra, con l’appoggio ma senza apparentamento del M5s. Prima del sabato di silenzio elettorale, ultimi fuochi per la corsa alla fascia tricolore. Al primo turno Bitetti ha ottenuto il 37,4% delle preferenze e poi ha incassato l’appoggio, senza alleanza del M5s (11% al primo turno con Angolano), mentre Francesco Tacente il 26,1%, per poi incassare l’apparentamento con FdI, FI e Noi Moderati (il PLi si è sfilato), che porta in dote il 19,4%.
Schlein per i referendum
La segretaria Pd si concentra in particolare sui cinque quesiti referendari e all’unità del centrosinistra per vincere. Poi, parlando di Taranto, dice che «qui serve una politica che non ti fa ammalare. Taranto si sceglie il suo futuro e se lo costruisce insieme, non si fa ricattare. Taranto porterà un contributo importante al Paese e all’Europa». Sulla stessa linea d’onda l’eurodeputato Antonio Decaro.
«Ho sentito – ha detto l’ex sindaco di Bari – un ministro dire che il destino dell’Ilva è legato al ballottaggio. Questo è un ricatto e Taranto è stanca di essere ricattata dalla politica e dai politici. Qui si è stanchi di dover scegliere tra cassa integrazione o morire di tumore, tra equilibri di bilancio e gli asili nido pubblici, stanchi di vedere i giovani che vanno via perché non c’è futuro e lavoro». Decaro ha ricordato che «le città non si conquistano, si ascoltano con umiltà». E rivolgendosi a Bitetti, lo ha invitato «a lavorare ogni giorno per la sua città, a stare per strada tra la sua gente, ascoltare le persone, fare comunità con associazioni, scuole, parrocchie».
L’obiettivo ventennale
A Taranto l’ultimo sindaco di centrodestra fu Rossana Di Bello. Era il 2006, l’amministrazione si chiuse con un dissesto finanziario miliardario. Ora la coalizione, riunita dopo il primo turno a distanza, spera di tornare a mettere bandiera a Palazzo di Città. La piazza di Tacente è un coro di slogan contro Michele Emiliano e la Regione.
Parla di «assessori baresi imposti a Melucci» Mauro D’Attis (FI). «Chi c’era prima ha devastato Taranto», ha aggiunto Marcello Gemmato, mentre Gianfranco Chiarelli (Udc) ha ricordato le classifiche per vivibilità in cui la città occupa gli ultimi posti. Con Tacente anche i sindaci di Lecce e Brindisi. Marchionna ha ricordato le storie simili delle due città sotto il profilo ambientale e della presenza di grandi industrie. Poli Bortone ha difeso l’azione del ministro Adolfo Urso sul dossier Ilva. Luca Lazzaro, candidato al primo turno per FdI, FI e Noi Moderati ha ricordato che sulla città stanno per arrivare risorse per centinaia di milioni di euro ed il Municipio «dev’essere un collettore, un ponte con le istituzioni».
Il candidato Tacente ha attaccato il rivale con provocazioni già sentite durante la campagna elettorale: «cosa ha fatto in 29 anni da amministratore pubblico?, ha cambiato partiti ad ogni campagna elettorale«, ha accusato Tacente. E dopo aver elencato l’impegno di ministri e rappresentanti della maggioranza di governo in città, ha lanciato la sua immagine di «città non più ferita e inquinata ma volano di bellezza».
