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Palace, i licenziamenti slittano a febbraio. La proprietà assicura: «L’albergo resta»

La lunga giornata dei dipendenti del Palace Hotel, al mattino in Arpal e al pomeriggio con la task-force regionale sull’occupazione, si è conclusa con due buone notizie. La prima è emersa nel corso dell’incontro in Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, quando la Palace Eventi ha accettato di posticipare il termine della procedura…

La lunga giornata dei dipendenti del Palace Hotel, al mattino in Arpal e al pomeriggio con la task-force regionale sull’occupazione, si è conclusa con due buone notizie. La prima è emersa nel corso dell’incontro in Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, quando la Palace Eventi ha accettato di posticipare il termine della procedura di licenziamenti collettivi, previsto inizialmente il 25 gennaio, al prossimo 9 febbraio. Significa che i dipendenti non saranno licenziati e proveranno a ottenere la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività. Le organizzazioni sindacali, infatti, si sono impegnate a formulare un interpello al Ministero del Lavoro per capire se quello strumento, in vigore fino al 31 dicembre scorso, sia utilizzabile anche in questo frangente.

La seconda buona notizia è arrivata nel pomeriggio quando, nel corso della seduta della task-force presieduta da Leo Caroli e alla presenza del sindaco Antonio Decaro, i rappresentanti legali della Saiga hanno confermato la decisione presa dalla proprietà, ovvero dall’ex sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, che il Palace continui a essere un albergo. Del resto, gli stessi dipendenti avevano raccontato che anche negli ultimi giorni di attività erano entrati rappresentanti di altre società interessate a gestire l’hotel.
Veniamo alle incognite, innanzitutto i tempi. Un altro elemento portato alla discussione dai rappresentanti della Saiga è che lo stabile verrà ristrutturato e questo, inevitabilmente, non consente di dare una data certa alla ripresa dei lavori. Il dettaglio non è secondario perché la cassa integrazione – ammesso che ci sia per i dipendenti -non durerà più di 12 mesi. Questo vuol dire che esiste il reale rischio che i lavoratori siano comunque licenziati. La corsa contro il tempo è iniziata, al punto che la task-force si è aggiornata restante in attività permanente. Qualora dovessero esserci novità sui tempi e le modalità della ristrutturazione o dovessero essere intavolate trattative con altri gestori, verrà riconvocata immediatamente.
L’unica certezza, in questa vicenda, è la rottura tra proprietà e gerente che, tuttavia, ha dato altri 15 giorni di tempo ai suoi 43 dipendenti. I 19 alle dipendenze de La Cascina, invece, potrebbero ricevere la proposta di andare a lavorare in altre sedi, per altre commesse della società, o rinunciare al posto. Gli ultimi 26 sono stagionali e per loro potranno esserci solo vantaggi per la preselezione alla ripartenza dell’hotel.

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