Denatalità, sviluppo e formazione: ne discutono i Cavalieri del Lavoro a Bari

Il futuro del lavoro in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno passerà dalle sfide fondamentali della crescita demografica, dello sviluppo tecnologico guidato dall’Intelligenza artificiale e dalla formazione. È questo il fil rouge del convegno nazionale dei Cavalieri del lavoro, che quest’anno si è tenuto a Bari, ospitato ieri mattina negli spazi del teatro Petruzzelli. «Interrogarsi sul futuro del lavoro significa anche interrogarsi sul senso che intendiamo dare alla nostra dimensione civile e sociale prima ancora che a quella economica», ha spiegato Maurizio Sella presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Un dibattito complesso, come spiega Carlo Pontecorvo presidente del Gruppo del Mezzogiorno dei Cavalieri del lavoro. «Il mondo del lavoro cambia, il progresso ci impone l’utilizzo di nuove tecnologie che portano con loro competenze da formare – spiega – È una sfida che ci consentirà di raggiungere livelli più alti di competitività e produttività che sono la vera chiave di volta della crescita dell’Italia, a cui può e deve contribuire il Mezzogiorno che deve essere il protagonista attivo di una strategia di crescita».

Il calo demografico

Alessandro Rosina, professore Ordinario di Demografia e Statistica sociale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha parlato delle sfide legate alla demografia e all’occupazione, evidenziando la necessità di soluzioni strutturali per arginare l’invecchiamento della popolazione e la fuga dei giovani talenti, che soprattutto al Sud diventano più pesanti. «Senza un intervento deciso sulle politiche del lavoro e della natalità, il futuro del nostro Paese è a rischio». Da qui la proposta dei Cavalieri del lavoro di agire su alcune leve specifiche: creare politiche che favoriscano lo sviluppo economico e una maggiore integrazione tra lavoro e vita sociale anche attraverso l’IA, aumentare il tasso di occupazione femminile con politiche specifiche a supporto della genitorialità, contenere gli squilibri demografici integrando l’immigrazione nei processi di ripopolamento delle aree interne.

Tecnologia e formazione

Le professioni più richieste nel prossimo futuro richiederanno profili capaci di unire tecnologia e IA con competenze umanistiche. «La tecnologia evolve a grande velocità e c’è una forte ibridazione tra il tempo del lavoro e quello della formazione, che deve necessariamente essere continuativa – ha spiegato dal palco del teatro Petuzzelli il cavaliere del lavoro Domenico Favuzzi, presidente della pugliese Exprivia – E proprio la tecnologia ci aiuta a innovare le modalità formative: si pensi a quanto l’intelligenza artificiale stia contribuendo alla crescita delle competenze per valorizzare i talenti. D’altronde, le competenze sono uno degli asset per accrescere la competitività». Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha infine illustrato i fenomeni connessi alla transizione dello spazio democratico a uno “spazio democratico computazionale”.

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