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Serie B, il Bari edizione 2025 tra certezze e incognite future

Un’anima da consolidare, per assicurare maggiori certezze al presente e soprattutto per ipotecare il prossimo futuro. L’avvento del nuovo anno porta in dote anche tanti buoni propositi: azioni che di solito coincidono con qualche ‘fioretto’, per chi deve mettere le cose a posto, o con la voglia di dare slancio a progetti già iniziati, affinché…
Foto: Tess Lapedota per Radio Selene

Un’anima da consolidare, per assicurare maggiori certezze al presente e soprattutto per ipotecare il prossimo futuro.

L’avvento del nuovo anno porta in dote anche tanti buoni propositi: azioni che di solito coincidono con qualche ‘fioretto’, per chi deve mettere le cose a posto, o con la voglia di dare slancio a progetti già iniziati, affinché si raccolgano al più presto i frutti del duro lavoro.

È probabilmente quest’ultimo il pensiero che anima ‘casa Bari’ in vista della seconda parte della stagione, con l’obiettivo di dare linfa a quanto di buono ‘seminato’ durante i primi sei mesi della nuova gestione tecnica.

Le certezze

La splendida vittoria contro lo Spezia, raccolta nell’ultima gara del 2024, è il manifesto di un’identità di squadra che i biancorossi hanno forgiato sin dal ritiro estivo di Roccaraso, sulla base di una chiara idea tecnica e tattica, rafforzandola con il prosieguo del campionato.

Merito di un gruppo costruito con oculatezza dal direttore sportivo Magalini e dal suo vice Di Cesare, capaci di assembleare, con pochissime risorse, una macchina competitiva, dal potenziale espresso superiore a quello di tante fuoriserie ancora costrette a inseguire la formazione pugliese.

A Moreno Longo va dato atto di aver tradotto immediatamente sul campo la propria filosofia di calcio, costruendo un legame robusto con la squadra, fondato sulla fiducia e il riconoscimento da parte dei calciatori dell’autorevolezza e della leadership tecnica.

Il 48enne torinese si è rivelato finora il principale fautore di un campionato probabilmente al di sopra delle aspettative, in rapporto al valore del collettivo, motivando, con estrema efficacia, vecchi e nuovi calciatori.

Tra gli aspetti che rappresentano la forza del Bari c’è la chiarezza tecnico-tattica: l’idea di partenza del 3-4-2-1, che resta tuttora valida, ha subito una fisiologica evoluzione dettata dalle esigenze di squadra, per adeguarsi alle contingenze e cercare di mantenere saldo l’equilibrio.

Lo dimostra la transizione al 3-5-2, sistema di gioco alternativo, già sperimentato in autunno e riproposto nelle ultime due partite (contro Palermo e Spezia) per tentare di interrompere l’inerzia negativa lasciata in eredità dalle precedenti tre sconfitte.

Missione compiuta, almeno negli ultimi 90’, per effetto di una ritrovata mentalità di squadra, che attraverso doti quali intensità e aggressività, marchi di fabbrica del Bari di Longo, ha esaltato le qualità dei calciatori di maggiore talento.

Un teorema suffragato dalle prestazioni dei ‘neo biancorossi’, come testimoniano i vari Radunovic, Mantovani, Oliveri, Lasagna e Novakovich. Si attendono conferme invece da Lella, appena ritrovato grazie a un inquadramento tattico più efficace, da Falletti, reduce dalla doppietta contro lo Spezia, al culmine della migliore performance stagione, e da Simic, anch’egli sugli scudi, autore di una prova di grande autorevolezza nell’ultimo appuntamento di campionato.

Da evidenziare inoltre il contributo di coloro che si sono rimessi in gioco ripartendo dalle ceneri della salvezza: In tal senso la cosiddetta ‘vecchia guardia’ ha ritrovato interpreti come Maita e Benali, fondamenta del centrocampo, scoprendo per la prima volta ‘l’effervescenza’ fisica e tecnica di Dorval, emblema della rinascita del Bari.

Ancora lontani invece dagli standard apprezzati nel recente passato Vicari e Sibilli, le cui prestazioni sono state in parte condizionate dai rispettivi guai muscolari.

Il rovescio della medaglia

È rappresentato dalla precarietà dell’ossatura di squadra sul piano dei legami contrattuali: il futuro di Radunovic, Mantovani e Oliveri, tre pilastri del nuovo Bari, è all’insegna dell’incognita assoluta, essendosi trasferiti in Puglia solo in prestito secco.

La tanto sbandierata «programmazione» non può non passare dalla conferma dei tre calciatori, gettandone le basi ben prima di giugno. Discorso diverso per Lasagna, Falletti, Lella e Novakovich, per i quali il club potrà far valere il diritto o l’obbligo di riscatto.

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