I numeri non mentono: il Bari è finito nel bel mezzo di una ‘crisi di Natale’, ma guai a perdere la testa. La terza sconfitta consecutiva in campionato subita per mano del Palermo certifica il momento no dei biancorossi.
L’incapacità di fare risultato sul campo di una squadra alle prese con un periodo di profondo smarrimento (reduce da tre ko consecutivi), apparsa senza identità, dimessa e perfino contestata dai propri tifosi, rappresenta un’aggravante, destinata probabilmente a ridimensionare i timidi progressi mostrati dal Bari negli ultimi 90’.
La formazione pugliese, pur avendo lanciato segnali incoraggianti sul piano del gioco, in rapporto alle prestazioni offerte contro Pisa e Sudtirol, decisamente più negative, ha confermato anche al Renzo Barbera i suoi evidenti limiti strutturali, tecnici e, in parte, caratteriali.
Dov’è l’attacco?
A rendere ancora più pesante il bilancio delle tre sconfitte di fila è la cronica sterilità offensiva. Le statistiche fanno paura: il Bari non trova la via del gol da 270 minuti. Le porte del Pisa, del Sudtirol e del Palermo sono rimaste ‘immacolate’.
Per trovare l’ultima rete segnata dai biancorossi bisogna tornare al 7 dicembre, quando il quarto jolly in campionato di Dorval permise al Bari di battere il Cesena. Ancora più preoccupante è il dato riguardante la prima linea: gli attaccanti non segnano da cinque partite.
Gli uomini che compongono il reparto offensivo sono a secco da oltre un mese, esattamente dal 24 novembre scorso, giorno di Bari-Cittadella 3-2 (14ª giornata), successo conquistato grazie alle firme di Lasagna, Sibilli (r) e Maiello.
A fotografare la crisi del gol è anche la classifica relativa alla capacità realizzativa delle 20 squadre di Serie B: quello del Bari è il quinto peggior attacco. Il miglior marcatore dei galletti resta Lasagna, fermo a quota 4 gol realizzati in 18 gare; 3 reti per Novakovich (in 19 presenze); un gol a testa per Sibilli e Favilli.
Ancora a zero Falletti, purtroppo lontano dal livello prestazionale apprezzato quando vestiva la maglia della Ternana. Niente gol anche per Sgarbi, Manzari e Bellomo.
Calci d’angolo fatali
Dopo Pisa è successo di nuovo. Il gol partita segnato dall’attaccante esterno del Palermo, Le Douaron è nato ancora una volta sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina, riproponendo una dinamica molto simile a quella che aveva portato a subire la rete dell’1-0 firmata da Moreo, contro i toscani.
Bari quasi tutto schierato a protezione della propria porta; nessuna maglia biancorossa che sulla battuta del corner pulisce l’area (imperdonabile l’errore di Falletti), avversari più reattivi e fatali sulla seconda palla.
Un copione identico, che purtroppo riporta in primo piano un limite che in avvio di campionato era costato le sconfitte contro Juve Stabia e Modena. La sensazione, nell’ultimo periodo, è che la squadra abbia riperso sicurezza sulle palle inattive, sempre fonti di pericolo per la porta difesa da Radunovic.
Il nervosismo di Vicari, Pucino e Mantovani è il segno tangibile di un meccanismo che necessita di nuove correzioni, certamente sul piano della concentrazione.
Il bello e il cattivo tempo
Il Bari è secondo nella classifica dei punti conquistati nei primi tempi (32), alle spalle del Pisa (37), davanti a Spezia (30) e Sassuolo (29). Lo scenario è diametralmente opposto analizzando il bottino circoscritto ai secondi tempi, che vede la squadra pugliese penultima, con appena 18 punti.
Una statistica che pone l’accento sull’evidente calo di rendimento nelle seconde frazioni di gara, ma specie sull’inconsistente apporto della panchina. Il tema dovrà necessariamente essere all’attenzione del ds Magalini in vista del mercato di gennaio. Urgono rinforzi, in tutti i reparti, per scongiurare il rischio di vanificare il lavoro di (ri)costruzione portato avanti finora, anche in chiave playoff.