Si è laureato a ottobre scorso nel corso di laurea triennale di “Scienze dei Beni Storico-artistici” del dipartimenti di Scienze umanistiche, con una tesi sperimentale in “Geomanzia, stregoneria e magia basso medievale” Leonardo Di Pierro, prima persona ad aver studiato e analizzato il manoscritto “Urbinate Latino 262” attraverso le scansioni della Biblioteca Apostolica Vaticana, accessibile a tutti in modo facile attraverso una connessione internet. «Grazie alla digitalizzazione della biblioteca – ha spiegato il laureato – ho potuto lavorare da casa per il mio lavoro universitario. C’è ancora molto da studiare perché non ho potuto analizzarlo a pieno, sono ancora alle prime armi. Però alcune conclusioni le ho tratte».
Dallo studio di Di Pierro è stato messo in evidenza come nel 1300 veniva praticata la magia cristiana. Dal testo si evince che nella zona fiorentina, all’epoca, erano presenti degli occultisti che praticavano le arti magiche e divinatorie a scopo di lucro, con tanto di libri contabili, incantesimi e sortilegi, tra le quali sono presenti delle invocazioni con affianco nomi di demoni e di angeli. Il manoscritto appartiene al Fondo Urbinate, il cui nucleo principale è costituito dai circa 900 codici della biblioteca di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, distinto secondo un criterio alfabetico in “Urb. latino”, “Urb. greco”, “Urb. ebraico” e “Vaticano arabo”.
Nello specifico il “Latino 262” è datato tra il 1376 e il 1425. Consta di 57 carte. Ogni carta misura 350x240mm, scritta in gotica testuale e presenta, anche sui margini, numerose annotazioni in minuscola cancelleresca e semigotica. Il libro, di non semplice consultazione per lettori non esperti di documenti storici, è strutturato in sezioni: la prima è dedicata alla geomanzia, una tecnica divinatoria, probabilmente la più antica, la cui origine si perde nella notte dei tempi ma che pare sia stata introdotta in Europa tra il XI e il XII secolo attraverso la Spagna musulmana, al tempo governata dagli arabi; la seconda riguarda appunti e annotazioni. Il giovane studioso ha anche fatto presente che questi registri venivano passati da persona a persona perché la calligrafia spesso cambia.
«Non ho compreso se fosse un lavoro di famiglia o di un gruppo di persone, ma nel manoscritto sono evidenti mani diverse». Questo lavoro di ricerca è stato svolto in sei mesi da marzo a ottobre 2021 ed è stato supervisionato dalla professoressa Corinna Drago di “Forme e funzioni del libro manoscritto” materia di tesi di laurea di Di Pierro, ma anche delle materie di “Esegesi del documento medievale” e “Diplomatica”.