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Puglia, dal Centro regionale sangue il direttore Ostuni: «Donare è sicuro, non ci sono pericoli»

«Le donazioni di sangue restano sicure e non subiscono alcuna limitazione, anzi, salvano vite». Con queste parole Angelo Ostuni, direttore del Centro regionale sangue della Puglia, interviene per chiarire dubbi e smentire notizie infondate che, nelle ultime settimane, hanno generato incertezza tra i donatori. L’estate, periodo in cui tradizionalmente le scorte tendono a diminuire, richiede…
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Angelo Ostuni, direttore del Centro regionale sangue della Puglia

«Le donazioni di sangue restano sicure e non subiscono alcuna limitazione, anzi, salvano vite». Con queste parole Angelo Ostuni, direttore del Centro regionale sangue della Puglia, interviene per chiarire dubbi e smentire notizie infondate che, nelle ultime settimane, hanno generato incertezza tra i donatori. L’estate, periodo in cui tradizionalmente le scorte tendono a diminuire, richiede un impegno ancora maggiore da parte della comunità, ed è proprio per questo motivo che l’appello a donare non deve fermarsi.

Dottor Ostuni, recentemente circolano voci di presunti blocchi o restrizioni alle donazioni. Cosa sta succedendo realmente?

«Come ogni anno, nei mesi estivi viene attivato il sistema nazionale di sorveglianza per monitorare la circolazione di virus trasmessi da vettori, come ad esempio il West Nile virus. Ma le donazioni possono continuare senza alcuna preoccupazione: il sistema è strutturato per garantire la sicurezza sia del donatore sia del ricevente. Non c’è alcun blocco, ma solo un’attenta vigilanza epidemiologica, come accade ogni estate».

Quali misure di controllo vengono applicate per assicurare la massima sicurezza?

«In tutte le strutture trasfusionali viene eseguito un test di screening specifico su ogni donatore che abbia pernottato, anche per una sola notte, in una delle province identificate a rischio dal ministero della Salute e dal Centro nazionale sangue. Si tratta di una misura precauzionale e consolidata, che non impedisce la donazione ma garantisce un’ulteriore tutela per la sicurezza di chi riceve il sangue».

Qual è oggi la situazione dal punto di vista sanitario e organizzativo?

«La situazione è pienamente sotto controllo, almeno dal punto di vista medico. Sul fronte donatori, invece, serve cautela. Il pericolo è che, proprio a causa della disinformazione, possano registrarsi dei cali nelle donazioni. E questo non possiamo permettercelo, specie in estate, quando già si dona meno».

Quanto sangue serve ogni giorno al Policlinico di Bari?

«Fra le 70 e le 80 sacche di sangue al giorno: questo, approssimativamente, è il fabbisogno giornaliero del Policlinico. Scendere molto al di sotto di questa soglia potrebbe mettere a rischio i trattamenti indispensabili a molti pazienti».

Quale messaggio vuole lanciare ai donatori in questo momento?

«L’invito a donare resta più che mai valido, soprattutto in questo periodo: le scorte di sangue sono fondamentali per garantire l’assistenza a migliaia di pazienti. Donare è un atto di responsabilità e solidarietà che non va mai rimandato».

Ogni sacca raccolta può, dunque, fare la differenza?

«Assolutamente sì. Donare significa sostenere un malato oncologico, permettere un intervento chirurgico, salvare una vita dopo un incidente stradale. Donare è sicuro, non ci sono rischi né per il donatore né per il ricevente. Ma soprattutto, donare è necessario: senza il contributo costante di tanti cittadini non potremmo garantire l’assistenza quotidiana a chi ne ha bisogno. Per questo ribadisco: ognuno può essere la differenza per qualcun altro».

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