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Bari, un gene come nuovo fattore anti-leucemico: lo studio dell’Istituto tumori

Un nuovo bersaglio molecolare per il trattamento delle leucemie mieloidi acute, caratterizzate da lesioni cromosomiche del gene MLL. È quanto emerso da uno studio condotto dal Leukemia Lab Unit, coordinato dal dottor Giacomo Volpe dell'Unità operativa complessa di Ematologia e Terapia cellulare dell'istituto tumori "Giovanni Paolo II" di Bari, e pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell…

Un nuovo bersaglio molecolare per il trattamento delle leucemie mieloidi acute, caratterizzate da lesioni cromosomiche del gene MLL. È quanto emerso da uno studio condotto dal Leukemia Lab Unit, coordinato dal dottor Giacomo Volpe dell’Unità operativa complessa di Ematologia e Terapia cellulare dell’istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, e pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell Death & Disease, del gruppo Nature Publishing Group.

«Le leucemie caratterizzate da riarrangiamenti del gene MLL costituiscono un sottogruppo di neoplasie ematologiche per le quali, attualmente, sono disponibili poche opzioni terapeutiche. I risultati di questo studio hanno dimostrato – spiega Volpe – che riattivando geneticamente l’espressione del gene MAFB, normalmente silenziato nelle cellule leucemiche con queste lesioni, si ottiene una riprogrammazione delle cellule neoplastiche che porta all’interruzione della proliferazione incontrollata e concomitante induzione della maturazione in cellule mieloidi».

Soddisfazione esprime il direttore generale dell’istituto tumori barese, Alessandro Delle Donne: il lavoro svolto, afferma, «è il frutto di una collaborazione internazionale tra diversi ricercatori dell’Ematologia dell’Irccs, la University of Birmingham Medical School (Regno Unito), la South China University of Technology (Guangzhou, Cina) e dell’Università degli Studi di Bari. Il lavoro coordinato da Volpe, ricercatore esperto in ematologia molecolare rientrato dalla Cina a Bari con il progetto ministeriale sul rientro dei cervelli, ha portato all’identificazione del gene MAFB come nuovo, promettente, target anti-leucemico mettendo le basi a future applicazioni farmacologiche target-oriented per il trattamento delle leucemie mieloidi acute».

Il presidente del Consiglio di indirizzo e verifica, Gero Grassi, sottolinea che l’istituto «ha medici e professionisti in grado di collaborare e attivare scambi proficui con centri di ricerca in tutto il mondo. Tutto ciò è garanzia per i pazienti di cure moderne e innovative».

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