Storie di un Fantagronomo: “prodotti di qualità”. Diamogli nuovo slancio

In Italia la regione che da sempre ha fatto del suo territorio un brand di qualità, genuinità, benessere, tradizione e gusto è il Trentino Alto Adige, con la creazione da circa trent’anni del marchio “Trentino”. La tipicità enogastronomica che fa sistema con le sue ricchezze paesaggistiche e storico-culturali, dando pregio e valore al territorio ma, soprattutto, creando una sinergia tra pubblico e privato utile a portare in alto le qualità di una regione.

Negli scorsi anni anche la Puglia si è data un bel da fare per la creazione di un marchio e la promozione di un “Regime di Qualità Regionale” denominato “Prodotti di Qualità” garantita dalla Regione Puglia. Un brand che ha visto muovere i suoi primi passi con l’allora assessore alle Risorse Agroalimentari Enzo Russo nel 2007 e, successivamente, il marchio ha vissuto una crescita comunicativa e di affermazione nelle imprese agroalimentari con il suo successore, l’attuale senatore Dario Stefàno.
Molte imprese hanno scelto di prestare attenzione a questo marchio, utilizzandolo nel materiale di comunicazione aziendale e in etichetta, cercando di sfruttare tutti gli aspetti positivi che il brand “Puglia” suscita nei consumatori, visto anche il periodo di boom turistico che stava attraversando la nostra regione.
Il marchio “Prodotti di Qualità” garantito dalla Regione Puglia ha lo scopo di valorizzare i prodotti agricoli e alimentari che rispettano un elevato standard qualitativo e controllato al fine di far conoscere ai consumatori le caratteristiche qualitative dei prodotti, garantendone una loro completa tracciabilità. Ad oggi sono circa 250 i disciplinari di produzione attivi e riguardano diverse filiere agroalimentari, ma non solo queste.
Infatti, ampio spazio è riservato alla filiera florovivaistica, con ben 87 disciplinari di produzione, spaziando dalle erbe aromatiche ai fiori recisi e piante in vaso. Nella filiera cerealicola e prodotti da forno troviamo i dolci di pasta di mandorla, le farine, pane, pasta, taralli e l’immancabile focaccia. Molto importante anche l’interesse verso la filiera ittica, dall’anguilla al gambero viola, senza dimenticare ostriche, cozze pelose e le prelibate triglie, utilissime per un ottimo “ciambotto”.
Se guardiamo all’oro bianco, nella filiera lattiero-casearia potremo apprezzare la ricotta forte, il cacioricotta, la scamorza o una gustosa giuncata.
Sull’ortofrutta, poi, c’è l’imbarazzo della scelta tra cime di rapa, caroselli, mandorle, legumi, olive, pomodori e, per la cucina più ricercata, anche lo zafferano. Oltre al prodotto fresco, potremo allietare la nostra tavola “made in Puglia” anche con i prodotti trasformati, tra pesti, marmellate, confetture, passata di pomodoro e i tanto ricercati sott’oli.
Ovviamente, per un pranzo completo non va dimenticata la carne, dagli insaccati al coniglio e l’agnello, giusto per non farci mancare nulla.
Ogni disciplinare prevede una serie di requisiti che riguardano gli aspetti legati alla produzione, trasformazione, caratteristiche chimiche e organolettiche, passando poi alla commercializzazione e vendita, oltre alle regole in materia di rintracciabilità, controlli ed etichettatura.
Da sempre ci raccontiamo delle potenzialità della Puglia, del suo appeal nel campo turistico ed enogastronomico e, allora, perché non ridare un forte slancio al marchio “Prodotti di Qualità” garantita dalla Regione Puglia, al fine di favorire la possibilità seria di fare “sistema”, aiutare le imprese pugliesi del settore e, anche grazie alle nuove tecnologie, garantire qualità, sicurezza e tipicità vera ai prodotti agroalimentari del “made in Puglia”.

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