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Il “Times” vuole Draghi al Colle

Endorsement del “New York Times” per Mario Draghi al Quirinale. Secondo il popolare quotidiano americano, l’attuale premier italiano ha stabilizzato la politica del nostro Paese, fatto passare di moda il populismo e rassicurato i mercati internazionali. Insomma, con il suo lavoro l’ex presidente della Bce ha «trasformato un Paese il cui caos politico era stato…

Endorsement del “New York Times” per Mario Draghi al Quirinale. Secondo il popolare quotidiano americano, l’attuale premier italiano ha stabilizzato la politica del nostro Paese, fatto passare di moda il populismo e rassicurato i mercati internazionali. Insomma, con il suo lavoro l’ex presidente della Bce ha «trasformato un Paese il cui caos politico era stato spesso oggetto di scherno in un Paese leader in Europa e offerto agli italiani un rinnovato senso di orgoglio», scrive il quotidiano americano, precisando che come presidente della Repubblica, «potrà estendere il periodo d’oro di una insolitamente unita politica italiana anche oltre al suo mandato» a Palazzo Chigi.

Se Draghi dovesse diventare capo dello Stato, dicono i suoi sostenitori, i partiti politici potrebbero aprire la strada a un nuovo governo di tecnocrati o unire le forze per un altro esecutivo di unità nazionale che potrebbe rimanere in carica fino alle elezioni del 2023. «Ma l’incertezza sul futuro di Draghi ha già scatenato ambizioni e macchinazioni politiche, portando indietro l’Italia a un pericoloso, anche se familiare, precipizio di instabilità – prosegue il quotidiano – I parlamentari e molti italiani temono un pasticcio che possa portare a un’amministrazione significativamente meno efficace o anche a elezioni anticipate che quasi nessuno vuole». Il caos politico potrebbe far deragliare la speranza di un’Italia migliore, capace di fare un reale sforzo di modernizzazione di ampia portata per le nuove generazioni, e mettere così a rischio i miliardi del Recovery fund europeo.
I sostenitori americani di Draghi ritengono invece che una figura del livello dell’ex capo della Banca centrale europea, le relazioni che ha con i leader stranieri e l’attenzione dei media sulla quale può contare, potrebbero rendere la carica di Presidente della Repubblica «più muscolare». Il Paese, si precisa, sarebbe meglio garantito da sette anni Draghi, idealmente con un sostituto fra i tecnocrati del suo governo per estendere l’effetto che ha avuto finora. «Invece che altri sette mesi, il periodo d’oro potrebbe continuare per altri sette anni. I premier vanno e vengono, ma il Presidente è per sempre», ha spiegato il direttore del “Foglio”, Claudio Cerasa, in una intervista al quotidiano americano.

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