L’annuncio del trasferimento della gestione della Zes Unica, la Zona economica speciale che abbraccia il Mezzogiorno, dal modello di “Struttura di Missione” al Dipartimento per il Sud, ha scosso il mondo delle imprese pugliesi. A lanciare l’allarme sui rischi di un rallentamento degli investimenti e, quindi, dello sviluppo, in una regione come la Puglia che negli ultimi anni ha registrato risultati record, è Mario Aprile, presidente di Confindustria Bari e Bat.
Quali risultati concreti ha prodotto finora la struttura della Zes?
«In Puglia abbiamo ottenuto autorizzazioni uniche veloci per oltre 200 pratiche, circa 100 solo nell’area di Bari, e questo ha contribuito notevolmente al rilancio degli investimenti. L’organizzazione della Zes ha permesso al Mezzogiorno di performare con dati ufficiali sotto gli occhi di tutti, registrando un aumento del tasso di occupazione decisamente rilevante».
Cosa potrebbe succedere con il passaggio di competenze al Dipartimento per il Sud?
«Il rischio è che il meccanismo s’inceppi e ci vogliano mesi affinché diventi operativo il nuovo organismo, istituito con un emendamento al Decreto Terra dei Fuochi. La notizia del cambiamento di governance della Zes ci mette di fronte a uno stato di incertezza, e sappiamo bene che l’incertezza è nemica delle imprese e degli investimenti. Nel momento in cui si dovrà passare da struttura di missione a dipartimento, ci saranno inevitabilmente mesi di adattamento. Questo può generare sfiducia e spingere alcuni imprenditori a procrastinare o a investire altrove, proprio mentre stiamo rilanciando il manifatturiero».
A proposito di manifattura, perché ritiene strategico questo settore?
«Credo sia fondamentale ripartire dalla manifattura nel nostro territorio, che oggi vive il miracolo digitale e turistico. Anche per questo ribadisco l’importanza della creazione di un’agenzia per l’attrazione degli investimenti da altre parti d’Italia e dall’estero».
Ci sono dati che testimoniano l’efficacia del modello finora adottato?
«A livello nazionale abbiamo rilasciato oltre 800 autorizzazioni in meno di due anni, di cui un quarto solo sul nostro territorio. Sono numeri che parlano da soli e confermano l’eccellenza di questa struttura».
Qual è, quindi, la richiesta di Confindustria al Governo?
«Chiediamo certezze e rapidità, per evitare lungaggini che frenino gli investimenti. La struttura della Zes, con la sua organizzazione snella e la rapidità delle risposte, era un modello da rendere strutturale per i prossimi tre anni, non da smantellare. Cambiare le regole del gioco mentre la macchina funziona rischia di vanificare gli sforzi. L’incertezza non aiuta l’economia».