Lo scontro Emiliano-Decaro legato alle prossime elezioni regionali sta mandando in tilt il centrosinistra pugliese. Gli effetti si riverberano sulla maggioranza del Consiglio regionale ormai paralizzata e incapace di fare approvare nemmeno una mozione. Uno scenario mai visto che sta riservando un finale di legislatura imbarazzante.
La contesa
Il nodo ruota attorno alle riserve espresse dall’ex sindaco di Bari Antonio Decaro rispetto alla candidatura del suo talent scout, il presidente Emiliano. Un divergenza di vedute che si aggrava con il passare dei giorni fra silenzi, incomprensioni e diffidenze reciproche. Un diverbio che non ha eguali nelle altre cinque Regioni al voto, ad esempio la Toscana dove si profila la riconferma del presidente Giani o della Campania dove si sta spianando la strada all’investitura dell’ex presidente della Camera Fico in quota ai Cinque Stelle. In nessuna di queste si assiste a uno scontro titanico fra due leader indiscussi che si ritrovano l’uno contro l’altro nello stesso territorio di Bari. Nei giorni scorsi si è parlato di un possibile chiarimento fra i due, ma l’incontro preannunciato non c’è stato, né sembra al momento in agenda.
Le contromosse
C’è chi nel Pd ha sollecitato l’intervento di un arbitro esterno, la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein. Ma a quanto pare Schlein preferisce restare alla larga dalla diatriba. Da un lato ha fatto sapere indirettamente a Decaro che «nessuno può porre veti alla candidatura di Emiliano». Dall’altro ha anche offerto la mediazione a Emiliano di un posto nella futura giunta Decaro in attesa di un posto blindato alle politiche del 2027. Soluzione rispedita al mittente dal governatore uscente che punterebbe a farsi eleggere in Consiglio regionale in attesa di valutare solo all’ultimo istante la possibilità di un salto a Roma.
Da qui la frenata di Elly Schlein che sembra intenzionata a far decantare la situazione lasciando ai protagonisti l’onere di trovare un accordo. Nel frattempo Antonio Decaro, a dispetto delle rassicurazioni dell’onorevole Francesco Boccia, lascia intravedere segnali di cedimento. Non a caso ieri in Consiglio regionale negli ambienti della maggioranza si è parlato apertamente di scenari alternativi a Decaro, altre candidature o persino il ricorso alle primarie. Nei prossimi giorni, però, potrebbero arrivare un paio di schiarite utili per provare a uscire dall’impasse.
Oggi, ad esempio, la Corte Costituzionale si esprimerà sulla ribattezzata legge anti-sindaci, quella che obbliga i primi cittadini a dimettersi sei mesi prima per candidarsi alle regionali, ostacolando di fatto Decaro. Se la Consulta, così come appare probabile, cancellerà la norma pugliese, tutto tornerà come prima spianando la strada ai sindaci in carica pronti a scendere in fianco all’ex presidente nazionale Anci Decaro. Un’ulteriore scossa potrebbe arrivare dal voto della Camera al decreto salva consiglieri che lascerebbe in Puglia i 50 seggi attuali anziché ridurli a 40 per effetto del calo della popolazione.
Due elementi chiave che potrebbero spingere il presidente della commissione europea ambiente a sciogliere la riserva magari trovando un compromesso con Emiliano. Il tempo, però, stringe con i consiglieri uscenti a caccia di una riconferma e la necessità di un chiarimento per il centrosinistra pugliese chiamato a disegnare il perimetro della coalizione e, nel caso, a prevedere o meno l’ipotesi del campo largo con il presidente Conte.
