SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Tangenti, arrestati confermano: “regali” a Lerario. Ma non ci sarebbero stati accordi pregressi

Non ci sarebbero stati accordi pregressi con l'ex dirigente della Protezione civile della regione Puglia, Mario Antonio Lerario, in carcere con l'accusa di corruzione dallo scorso 23 dicembre, ma versamenti di denaro o come regalo in occasione del Natale oppure per un riconoscimento personale. È quanto avrebbero riferito al gip del tribunale di Bari i…

Non ci sarebbero stati accordi pregressi con l’ex dirigente della Protezione civile della regione Puglia, Mario Antonio Lerario, in carcere con l’accusa di corruzione dallo scorso 23 dicembre, ma versamenti di denaro o come regalo in occasione del Natale oppure per un riconoscimento personale. È quanto avrebbero riferito al gip del tribunale di Bari i due imprenditori pugliesi, finiti ai domiciliari nell’inchiesta della procura di Bari che ruota attorno ad alcuni lavori affidati dalla protezione civile.

Luca Ciro Giovanni Leccese di Foggia e Donato Mottola di Noci, sono stati interrogati in mattinata, da remoto, dalla gip Anna Perrelli del tribunale di Bari, alla presenza del procuratore capo Roberto Rossi.
Leccese è rappresentante legale della Edil Sell.a, ha appalti con la protezione civile, per 2,8 milioni, ed è indagato in relazione alla busta con 10mila euro. Nel corso dell’interrogatorio, durato una ventina di minuti, Leccese, avrebbe confermato di aver dato a Lerario 10 mila euro, somma che per l’accusa è una tangente e per questo Lerario è stato arrestato in flagranza di reato. La consegna è stata ripresa da una microcamera installata nell’auto di Lerario dalla Guardia di Finanza. Secondo Leccese, difeso dagli avvocati Gianluca Ursitti e Nicola Zingrillo, si sarebbe trattato di un regalo natalizio, fatto a titolo di ringraziamento dopo l’appalto da 2 milioni e 500 mila euro per lavori al Cara di Borgo Mezzanone.
Mottola è legale rappresentante della Dmeco Engineering, titolare di appalti per 2,5 milioni, ed è indagato per la presunta mazzetta da 20mila euro. L’imprenditore, dopo essere finito ai domiciliari si è dimesso dalla carica di amministratore della società, e interrogato per quasi un’ora avrebbe confermato di aver consegnato 20 mila euro a Lerario a titolo debito di riconoscenza anche per ragioni di natura personale. La consegna sarebbe avvenuta il 22 dicembre in un pacco contenente due chili di carne di manzo.

ARGOMENTI

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!