Non è ancora diventato effettivo, ma lo stop di due mesi sulla linea ferroviaria Bari-Taranto ha già sollevato polemiche tra istituzioni e, soprattutto, pendolari pugliesi. Questi ultimi già provati da mesi di continue cancellazioni, ritardi e disagi che hanno compromesso gli spostamenti in tutta la regione. E sono proprio i viaggiatori che denunciano l’inadeguatezza del trasporto su gomma.
Servizi «inadeguati»
Oltre alle lamentele e alle discussioni che nelle ultime ore hanno preso piede anche sui gruppi social, è stata lanciata anche una petizione online per denunciare i tantissimi disagi già ampiamente segnalati e quelli che sorgeranno dal primo luglio, a partire dalle corse dei bus sostitutivi. «Il problema per gli spostamenti durante la mattina riguarda gli orari – scrive un pendolare pugliese su Facebook – Sono completamente sballati. In direzione Taranto c’è un solo pullman sostitutivo che arriva al capolinea alle 9.15, ma per chi lavora è impossibile».
Tra Massafra, Palagianello e Castellaneta, invece, ci sono solamente tre bus di prima mattina, per un viaggio della durata di 1 ora e 35 minuti, fanno presente i pendolari. Dopodiché le soluzioni alternative appaiono inadeguate, con tragitti poco pratici che attraversano una serie di paesi e con il concreto rischio non solo di subire rallentamenti dovuti al traffico, ma di rimanere in piedi per tutta la durata del tragitto a causa della mancanza di posti. In alternativa si trovano «corse da 2 ore e 15 minuti, altrettanto scomode per chi ha orari da rispettare», lamenta la promotrice della petizione che ieri aveva superato le 290 firme.
L’appello dei pendolari
«Uno stop totale sulla linea Bari-Taranto fino a settembre è semplicemente inaccettabile – scrive ancora qualcuno, ormai rassegnato – Parliamo di una tratta vitale per studenti, lavoratori e famiglie. E viene sospesa nel pieno dell’estate, quando i disagi si moltiplicano». I pendolari chiedono dunque che vengano attivati più bus sostitutivi durante l’arco della giornata, con itinerari più diretti e orari flessibili. «Ancora una volta – denuncia uno dei viaggiatori abituali – si calpestano i diritti di chi ogni giorno si sposta con mezzi pubblici, mentre si continua a ignorare le vere priorità del Sud».