In tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, Puglia e Basilicata sono due facce della stessa medaglia, come emerge dall’ultimo report sul Mercato del lavoro del CNEL.
Su e giù
In Basilicata si registra uno dei cali percentuali più marcati d’Italia (-5,5%), a testimonianza di un impegno crescente nella prevenzione degli infortuni. In Puglia, invece, il 2024 segna un incremento delle denunce di infortunio sul lavoro (+2,1%), che salgono a 28.154 casi. Tuttavia, proprio in Puglia le denunce di infortuni con esito mortale sono diminuite del 5,1%, passando da 78 a 74, segno che alcune politiche di tutela iniziano a dare risultati concreti.
Il quadro nazionale
Il Sud Italia ha registrato un calo complessivo degli infortuni denunciati pari a -1,3%, dato inferiore rispetto al Nord-Ovest (-3,0%) e al Nord-Est (-2,2%), ma comunque significativo. Una frenata che non deve però far abbassare la guardia: la crescita degli infortuni mortali a livello nazionale – in particolare quelli “in itinere”, cioè avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, cresciuti del 17,2% – impone un’attenzione speciale, soprattutto in territori caratterizzati da una rete infrastrutturale spesso inadeguata.
Nel Mezzogiorno
Il calo riguarda soprattutto gli infortuni durante l’attività lavorativa vera e propria (-19% su base nazionale), mentre aumentano sensibilmente le denunce per malattie professionali (+21,6%). Un quadro che riflette dinamiche complesse: da un lato maggiore consapevolezza e prontezza nella denuncia, dall’altro condizioni di lavoro ancora troppo esposte a rischi strutturali. In Puglia, Coldiretti segnala un calo degli infortuni agricoli del 2,2% rispetto al 2023, scendendo a 2.174 denunce. Ma restano criticità profonde. «La sicurezza sul lavoro – spiega Romano Magrini, responsabile lavoro Coldiretti – non può dipendere solo dall’innovazione tecnologica o dalla presenza di dispositivi avanzati. È una questione culturale, di consapevolezza quotidiana del rischio».
Nel comparto agricolo
L’età avanzata degli operatori, l’obsolescenza dei macchinari, la morfologia difficile dei terreni e l’autonomia gestionale di molti imprenditori agricoli, innalzano il rischio di infortuni, soprattutto mortali. Una criticità che tocca anche la Basilicata, dove l’agricoltura rappresenta una quota significativa dell’economia regionale. Secondo Coldiretti, sebbene negli ultimi 30 anni il numero totale di denunce in agricoltura sia crollato da oltre 123mila del 1995 a 24mila, l’incidenza degli infortuni resta elevata tra i lavoratori autonomi (2,68% contro l’1,24% dei dipendenti), in particolare tra i titolari over 60. Questi ultimi, spesso soli sul posto di lavoro e alla guida di mezzi antiquati, risultano i più esposti. Anche i lavoratori a tempo determinato e gli stranieri, per la difficoltà di accesso a percorsi formativi adeguati, sono tra le categorie più vulnerabili.