L’ansia cresce. La battaglia dei balneari è arrivata al capolinea. Il governo ha al momento un solo scopo, la questione Bolkestein: ovvero gli indennizzi da riconoscere ai concessionari uscenti, una volta che gli stabilimenti saranno stati riassegnati tramite procedura di evidenza pubblica, come vuole la legge europea. Tutto questo deve essere compiuto entro il 2027.
Due gli incontri che si sono tenuti al momento, il prossimo è fissato per lunedì. Ma ad ogni riunione con il ministro Matteo Salvini per il futuro decreto attuativo sugli indennizzi ai concessionari uscenti non lascia margini di manovra. Il decreto si farà a fine marzo, lo ha promesso il ministro. Bisognerà partire subito con le gare, non c’è tempo da perdere, considerando che i tempi sono quanto mai ristretti.
Ricorso a Corte di Giustizia
I balneari apprezzano lo sforzo del Ministero alle Infrastrutture ma già si parla di ricorso presso la Corte di Giustizia Europea. Bruxelles esige l’applicazione delle misure previste dalla “Salva Infrazioni” (ovvero dal decreto che allunga fino al 2027 la possibilità di mettersi in regola) votata a novembre: si eviterebbe il rischio di nuove procedure di infrazione solo se gli indennizzi a carico dei nuovi titolari si limitassero agli investimenti, non ancora ammortizzati, effettuati negli ultimi cinque anni.
Mentre i balneari chiedono che venga riconosciuto il valore delle aziende e dei beni – compresi quelli immateriali – e che sia previsto un meccanismo di rivalutazione dei beni e, proprio in questo contesto c’è già chi sta valutando il ricorso al Tribunale europeo. Insomma la vertenza delle associazioni non è per niente terminata.
I dati dell’Anci
Per capire quanto la situazione sia complessa basti pensare ai dati dell’Associazione nazionale Comuni Italiani, ebbene su 650 Comuni che hanno una striscia di costa solo 40, ad oggi, hanno indetto le gare. Il motivo? Il caos. Moltissimi i Comuni che non hanno un Piano Spiaggia, che cosa significa?
Se oggi si decide che cosa deve divenire un pezzo di costa (spiaggia libera o in concessione), queste stesse regole potrebbero cambiare in vista di un futuro piano urbanistico (il Piano Spiagge) che fissa dunque l’ordine per i beni demaniali. Quindi fin quando non c’è un piano spiagge si potranno fare le gare? Il braccio di ferro continua.